Quando la ceramica si fa arte. Addio al grande Ugo Marano. E domani, su Artribune Television, un video in memoria del maestro campano
È scomparso lo scorso 15 ottobre, a soli 68 anni, Ugo Marano, noto artista e ceramista nato a Cetara, cittadina della Costiera Amalfitana. Una figura eccentrica e al contempo classica: alto, dinoccolato, candido barbone arruffato, occhi magnetici e modi gentili, eloquio raffinato e insieme diretto, grande saggezza e sensibilità d’animo. Gillo Dorfles lo definì “artista […]
È scomparso lo scorso 15 ottobre, a soli 68 anni, Ugo Marano, noto artista e ceramista nato a Cetara, cittadina della Costiera Amalfitana. Una figura eccentrica e al contempo classica: alto, dinoccolato, candido barbone arruffato, occhi magnetici e modi gentili, eloquio raffinato e insieme diretto, grande saggezza e sensibilità d’animo. Gillo Dorfles lo definì “artista del nuovo secolo, capace di riflessione simbolica e concettuale ma anche di sofisticata perizia artigianale, in un nuovo trionfo della manualità”. Ed è infatti il suo lavoro una sintesi eccellente di abilità pratica e di finezza di pensiero.
Marano è stato maestro dell’arte vascolare italiana contemporanea, ambito in cui ha fatto convergere suggestioni e riflessioni legate alla natura, all’avventura esistenziale dell’uomo, alla forma del mondo e alle sue leggi invisibili.
Compiuti gli studi all’Accademia del Mosaico di Roma e all’Accademia del Nudo di Ravenna, nel 1964 collabora alla scenografia del film di Mario Chiari “Caso di pazzia”; dal 1966 al 1972 lavora con i ceramisti di Vietri ed è proprio agli anni inizi degli anni Settanta che comincia ad esporre, tra a Roma, Caserta, Gubbio, partecipando a numerosi concorsi nazionali. Risale agli anni 1972-73 il suo Progetto Museo Vivo, mentre nel 1976 è presente alla 38° Biennale di Venezia”. Tra le sue ultime mostre la personale Sette vasi per la casa sacra, al Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi (MIAAO) di Torino, nel marzo del 2006. L’ateneo salernitano gli ha conferito la Laurea Onoris causa in Scienze della Comunicazione.
Domani, su Artribune Television, vi proponiamo un videoritratto inedito di Marano firmato dal video maker Pasquale Napolitano: un cut-up di immagini e interviste d’archivio, tutte girate da Pasquale Persico e Antonio Leto tra il 1998 e il 2008, per l’occasione recuperate e montate ad hoc come omaggio al grande ceramista con l’anima d’artista.
Infine, come ultimo ricordo, recuperiamo questo toccante testo poetico del maestro, in cui si tratteggia, con delicata commozione, il segreto dell’arte del ceramista:
“La ceramica è stata la vera madre tollerante dell’uomo.
L’ha accompagnato nei suoi gesti importanti, d’avanguardia amica.
E’ stata sua compagna dall’inizio, dal principio. Ha modellato la sua mente, rendendola plastica e amorosa.
Ha consigliato carezze e insegnato abbracci marini, come fiume silenzioso delle mani di uomo, bambino, sposo, vecchio.
Ha plasmato mattoni per case forti, modellato coppi e tegole per assicurarci sonni tranquilli, pavimentato con allegria la terra di casa.
Ci ha donato coppe dolci come mammelle di madri e bicchieri freschi per bocche di fuoco.
Ha assicurato l’acqua, l’olio, il vino, il grano e tutto il possibile in vasi madri.
Cosa dire poi de concavi chiamati piatti?
Cosa dire dei vasi per i vivi e per i morti?
Cosa dire dell’Apollo di Veio?
Dei coniugi etruschi di terracotta cosa dire? Cosa dire del cripto esercito cinese per secoli padrone dei silenzi?
Alla luce del mondo nuovo, cosa dire o non dire?
Solo il ceramista sa.
Ceramista solo conosce.”
– Helga Marsala
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