Rubriche che ci ricordano qualcosa: su Maxim c’è spazio per la pubblicità che nasce dall’arte. Ed anche per un certo qual deja-vu…
Una “nuova rubrica che da ottobre racconterà la pubblicità ‘come non l’avete mai vista’”. Dedicata a quelle pubblicità che nascono “da immagini d’arte che spontaneamente ‘raccontano’ l’essenza di un marchio o di un prodotto e che, come spesso accade, proprio per la loro istintività riescono a veicolare emozioni e sensazioni”. Interessante, ma dove? Su Maxim, […]
Una “nuova rubrica che da ottobre racconterà la pubblicità ‘come non l’avete mai vista’”. Dedicata a quelle pubblicità che nascono “da immagini d’arte che spontaneamente ‘raccontano’ l’essenza di un marchio o di un prodotto e che, come spesso accade, proprio per la loro istintività riescono a veicolare emozioni e sensazioni”.
Interessante, ma dove? Su Maxim, il noto mensile maschile, che con queste parole lancia PubblicitArt, il nuovo spazio – di cui sopra vedete le prime immagini – pensato dal direttore Paolo Gelmi e da Maurizio Matarazzo, direttore creativo dell’agenzia ADV Activa. Interessante, ma non propriamente nuovissimo, come approccio. Già, perché da come è descritta, la rubrica ricorda molto quella che il nostro gruppo aveva ideato sul magazine Exibart.onpaper, l’analisi di una campagna pubblicitaria che avesse qualche legame con il mondo delle arti visive, tenuta per tre anni circa da Raffaele Bifulco, specialista nei linguaggi della comunicazione commerciale e ricercatore alla Luiss. Titolo? Advartising…
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