Verona Updates: “Ben venga il lato commerciale, ma per noi viene al secondo posto”. Prime impressioni dal direttore della fiera Massimo Simonetti
Seconda giornata di fiera, tradizionalmente la più tranquilla, in tutti i sensi. Momento giusto quindi per le primissime impressioni sulla giornata di apertura; e le chiediamo direttamente a Massimo Simonetti, direttore artistico di ArtVerona. “Una fiera più ricca ed elegante – è la prima impressione a caldo -, abbiamo investito molte risorse nell’ampliare e rafforzare […]
Seconda giornata di fiera, tradizionalmente la più tranquilla, in tutti i sensi. Momento giusto quindi per le primissime impressioni sulla giornata di apertura; e le chiediamo direttamente a Massimo Simonetti, direttore artistico di ArtVerona.
“Una fiera più ricca ed elegante – è la prima impressione a caldo -, abbiamo investito molte risorse nell’ampliare e rafforzare il lato culturale dell’evento, promuovendo una serie di iniziative che esulano dal lato commerciale sia in mostra che all’esterno”. E in effetti, l’offerta è assai ricca, nella città degli amori di Giulietta: a partire dalle due mostre a Palazzo Forti, ad una serie di installazioni in giro per la città, fino ad uno sguardo sul contemporaneo al Teatro Nuovo di Verona. Poi Simonetti ci stupisce, con una frase che di certo non ti aspetteresti dal direttore artistico di una fiera: “Ben venga il lato commerciale, ma in questo caso viene al secondo posto”. Lo statement non è sicuramente esule da una considerazione assai pragmatica: Verona non è la fiera che misura effettivamente il mercato dell’arte, e certo la congiuntura economica non facilita le cose, quindi la volontà di insistere sul lato culturale è anche un tentativo di rinforzare l’iniziativa.
In realtà, forse sta cambiando il modo di intendere l’evento fieristico: l’ha già capito Andrea Bruciati, che all’interno del format On stage quest’anno promuove – è stato presentato proprio durante una conferenza in fiera – I numeri primi, che mette sotto i riflettori un gruppo di giovani collezionisti spiega il proprio modo di intendere il collezionare. Un progetto che lo stesso Simonetti definisce come “un momento in cui il collezionista che di solito è colui che guarda e ammira, qui viene ammirato”.
– Giulia De Monte
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati