Il Governo Monti manco è stato nominato che già “firma” provvedimenti intelligenti. E così alla Biennale non andrà più l’improponibile Malgara
Non salverà la poltrona, ma almeno salva la faccia, il Ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan. O meglio: gliela salvano. In attesa che prenda corpo l’uscita di scena del governo Berlusconi, il nostro vede risolversi con un inatteso colpo di teatro la rognosissima questione Giulio Malgara. Il papà di Auditel rinuncia di sua spontanea volontà […]
Non salverà la poltrona, ma almeno salva la faccia, il Ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan. O meglio: gliela salvano. In attesa che prenda corpo l’uscita di scena del governo Berlusconi, il nostro vede risolversi con un inatteso colpo di teatro la rognosissima questione Giulio Malgara. Il papà di Auditel rinuncia di sua spontanea volontà alla poltrona di presidente della Biennale di Venezia; una nomina che aveva scatenato il risentimento dell’art system, mobilitato a botte di petizioni (anche internazionali) e sagaci interventi a mezzo stampa. Ma una nomina che aveva disorientato lo stesso Parlamento: prima il pareggio in Commissione Cultura alla Camera, con il presunto tentativo della Lega di scambiare il via libera con un atteggiamento più munifico nei confronti di beni e città simbolo per il Carroccio; poi, solo ieri, il rinvio della seduta della Commissione Istruzione in Senato, chiamata ad esprimersi sullo stesso tema.
Oggi la notifica del passo indietro, affidata alla stampa da una nota dello stesso ministro: “Ringrazio Giulio Malgara per avermi chiesto di non ratificare la sua nomina […] Lo ritengo un gesto signorile di pacificazione e distensione in un momento delicato della vita politica del Paese”. Gesto signorile e tecnicamente tutt’altro che scontato: già trascorsi i trenta giorni di prassi per il pronunciamento di Camera e Senato, Galan avrebbe potuto comunque ratificare la nomina al fotofinish. L’alternativa peraltro era già pronta e rispondeva al nome di Evelina Christillin, la mamma delle Olimpiadi invernali di Torino del 2006. Ma il fatto è che la Biennale ha già un presidente che va più che bene così. E lo spoil system ha un senso solo quando non rischia di danneggiare le istituzioni cui è applicato.
– Francesco Sala
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