Insomma, che sfarzo questi Savoia. Riapre la Palazzina di Caccia di Stupinigi, e noi ve la facciamo vedere. Certo, che avventure per raggiungerla…
Era chiusa dal 2006, anno in cui sono ripresi in maniera più massiccia – consolidamento della staticità, rinnovamento dell’impiantistica – i lavori di restauro progettati e diretti, su coordinamento di Mario Verdun, da Roberto Gabetti (fino al 2000), Aimaro Isola (Isolarchitetti), Studio Momo, in collaborazione le soprintendenze competenti. La Palazzina di Caccia di Stupinigi ha […]
Era chiusa dal 2006, anno in cui sono ripresi in maniera più massiccia – consolidamento della staticità, rinnovamento dell’impiantistica – i lavori di restauro progettati e diretti, su coordinamento di Mario Verdun, da Roberto Gabetti (fino al 2000), Aimaro Isola (Isolarchitetti), Studio Momo, in collaborazione le soprintendenze competenti. La Palazzina di Caccia di Stupinigi ha finalmente riaperto i battenti, perlomeno il primo lotto di questa settecentesca residenza dei Savoia dedicata a partire dagli Anni Venti del Novecento al Museo dell’Ammobiliamento. Iniziati nel 1986, i restauri hanno ora portato alla luce l’ala di Levante, dalla scuderia juvarriana al Salone Centrale, fino all’Appartamento del Duca di Chiablese, completamente riarredato dopo il ritrovamento e il restauro, da parte della Compagnia di San Paolo, dei mobili rubati nel 2004.
Nonostante qualche intoppo e grazie agli sponsor privati (soprattutto Fondazione CRT con un investimento complessivo di 18 milioni di euro) si è giunti all’attuale mostra Stupinigi Tempo Primo. Tesori Ritrovati – ampia documentazione nella nostra fotogallery -, un primo passo del recupero totale dell’architettura juvarriana circondata da cascine e terreni, con l’idea di farla rinascere anche come borgo agricolo. Solo un suggerimento: migliorare il collegamento logistico della Palazzina, posta ai confini di Torino, con un servizio di navette dedicato, per evitare ai potenziali visitatori provenienti dalla stazione di Porta Nuova, un lunghissimo viaggio fra tram e bus che, al ritorno, fa anche una simpatica deviazione nella vicina Borgaretto, allungando ulteriormente i tempi del viaggio…
– Claudia Giraud
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati