Scatto da Alta Velocità, inaugurata a Roma la nuova Stazione Tiburtina (ma tutto quel che c’è intorno rimane come prima, nonostante le promesse). Ecco tutte le foto di edificio & opening
Pochi mesi fa sembrava solo un enorme cantiere. Ora, la nuova Stazione Tiburtina – dedicata a Camillo Benso Conte di Cavour – è diventata finalmente realtà. Dopo quattro anni di lavori e un incendio nel luglio di quest’anno, la prima stazione italiana del sistema Alta Velocità (le altre sono quelle di Zaha Hadid, Arata Isozaki, Norman […]
Pochi mesi fa sembrava solo un enorme cantiere. Ora, la nuova Stazione Tiburtina – dedicata a Camillo Benso Conte di Cavour – è diventata finalmente realtà. Dopo quattro anni di lavori e un incendio nel luglio di quest’anno, la prima stazione italiana del sistema Alta Velocità (le altre sono quelle di Zaha Hadid, Arata Isozaki, Norman Foster) è stata inaugurata oggi a Roma alla presenza di numerose cariche dello Stato.
Una lunga piastra di trecento metri larga sessanta, progettata dallo studio ABDR. Al suo interno, un boulevard commerciale che tenta di ricucire il territorio unendo i due quartieri – Nomentano e Pietralata – storicamente divisi dai binari (“abbiamo costruito un pezzo di città” ci dice l’architetto Paolo Desideri che per le curiose combinazioni degli appalti italiani si trova nelle stesse settimane a aprire la Stazione Tiburtina a Roma e il Nuovo Auditorium a Firenze, due opere di grande impatto sulle rispettive città). 50mila metri quadri di superficie complessiva per un costo di 170 milioni di euro. La prima stazione ad essere realizzata con il sistema dell’autofinanziamento, grazie ai ricavi provenienti da alcuni terreni limitrofi di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana che saranno valorizzati e venduti. Ad oggi già 73 milioni sono arrivati dalla vendita di uno dei sei lotti acquistato da BNP Paribas Real Estate per la realizzazione della nuova sede nazionale della BNL.
La nuova Tiburtina non è solo una “Stazione Ponte” ma uno spazio di transito e connessione che assolve una duplice funzione. L’interno è concepito come un luogo urbano aperto: un grande viale su cui si affacciano otto volumi-nuvola sospesi che presto ospiteranno ristoranti, caffè, negozi e uffici. All’esterno, altri interventi di recupero e valorizzazione, verranno attivati. Nuove strade, parcheggi, aree verdi, piazze, piste ciclabili, poli direzionali e alberghi. Una nuova immagine per i due quartieri a nord-est della capitale. Di tutto questo, insomma, ancora non si vede l’ombra nè lo stralcio di un disegno progettuale. A Tiburtina, oggi, i treni passano senza fermarsi. Dall’undici dicembre la nuova stazione sarà a regime. Ma, per ora, solo quella; e la cattedrale nel deserto ha fatto arrabbiare tutti i comitati cittadini che, insieme agli oziosi No Tav, hanno manifestato ai margini del gigantesco manufatto architettonico. La nuova Tiburtina di Desideri, in effetti, si staglia oggi in mezzo a sopraelevate abbandonate, baraccopoli, vaste aree popolate solo da sbandati. Nel grande progetto di riqualificazione urbana previsto per quest’area, le Ferrovie dello Stato hanno fatto il loro dovere, il Comune di Roma non ha fatto alcunché.
– Zaira Magliozzi
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