A cena, sul cielo di Milano. Tappa italiana per The Cube, il ristorante itinerante di Park Associati (e Electrolux)
Praticamente occupa la posizione di maggior prestigio dell’intera città di Milano: non solo dal tetto fiancheggia la Galleria Vittorio Emanuele, ma guarda fisso il Duomo appena restaurato e il recente Museo del Novecento, ospitato presso l’Arengario fascista e inaugurato lo scorso anno. Quale migliore ubicazione? Il triangolo d’oro del real estate. Stiamo parlando del temporary […]
Praticamente occupa la posizione di maggior prestigio dell’intera città di Milano: non solo dal tetto fiancheggia la Galleria Vittorio Emanuele, ma guarda fisso il Duomo appena restaurato e il recente Museo del Novecento, ospitato presso l’Arengario fascista e inaugurato lo scorso anno. Quale migliore ubicazione? Il triangolo d’oro del real estate. Stiamo parlando del temporary restaurant dello studio milanese Park Associati, finalmente sbarcato nella città d’origine dei suoi designer, dove sarà aperto dal 19 dicembre al 26 aprile 2012. Non senza aver scatenato fior di dibattiti soprattutto in rete, con tanti puristi pronti ad esecrare la scelta di autorizzare l’ingombrante installazione, bilanciati – per la verità – da altrettanti archi-liberal, forti del carattere temporaneo del Cube (d’altronde Piazza Duomo è zeppa di bancarellacce e venditori di ogni sorta, ci si scandalizza per un restò di gran design e per giunta temporaneo?).
Un progetto dalle dimensioni ridotte, che punta tutto sulla forza dell’idea e sulla spettacolarità del concept: una scatola itinerante che si sposta ogni tre mesi, posizionabile ovunque, e che rivoluziona il concetto di ospitalità culinaria. Lo chef – scelto di volta in volta tra i migliori in circolazione – lavora letteralmente in mezzo ai 18 fortunati commensali, avendo a disposizione un tecnologico bancone in Corian (by Electrolux, main sponsor dell’operazione) completamente aperto e a vista sulla sala. Chi sono dunque gli chef pronti a salire sul tetto di Milano? I fratelli Christian & Manuel Costardi del ristorante Cinzia di Vercelli, Marco & Vittorio Colleoni del San Martino di Treviglio, nella bergamasca, Andrea Sarri dell’Agrodolce di Imperia.
Un luogo intimo e aperto insieme che offre una cornice di grande prestigio per chi ha voglia – spendendo un po’ – di godersi una cena che sia anche un’esperienza estetica e sensoriale. Eccellente cibo, ottimi vini, inappagabile location, design raffinato e materiali eco-friendly. E le prenotazioni – nonostante i 200 euro e nonostante la micidiale crisi – fioccano tanto da rendere impraticabili alcune date. Prossima tappa? Stoccolma, dalla primavera 2012.
– Giulia Mura
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