A che punto è la ricostruzione in Abruzzo? La criminalità imperversa, ma ora all’Aquila c’è una mostra che mette in piazza gli interventi più significativi
Informare i cittadini, le istituzioni e i visitatori sugli interventi per la ricostruzione nel capoluogo abruzzese e nei comuni vicini: è questo l’obiettivo della mostra I cantieri della ricostruzione pubblica che, grazie a 38 pannelli espositivi in mostra all’Aquila nei pressi di piazza Duomo, illustra le principali attività intraprese dopo il terremoto del 6 aprile […]
Informare i cittadini, le istituzioni e i visitatori sugli interventi per la ricostruzione nel capoluogo abruzzese e nei comuni vicini: è questo l’obiettivo della mostra I cantieri della ricostruzione pubblica che, grazie a 38 pannelli espositivi in mostra all’Aquila nei pressi di piazza Duomo, illustra le principali attività intraprese dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Tanti gli edifici coinvolti, dal palazzo del Governo (divenuto simbolo mediatico del sisma) alla basilica di San Bernardino, il Forte Spagnolo, palazzo Madama, la Procura Generale – uno dei primi interventi conclusi -, il palazzo di Giustizia di via XX settembre, una delle strade cittadine più danneggiate. Un’iniziativa che ha visto la partecipazione di tra gli altri di Comune, Regione e Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, e che nasce dalla necessità di informare anche sulle tempistiche degli interventi finora realizzati e ancora da completare.
Si tratta di un progetto in progress, che seguirà l’avanzamento dei lavori nei cantieri per mantenere l’attenzione sulla ricostruzione dopo il sisma; l’esposizione coinvolgerà inizialmente il centro storico, ma potrà poi essere esportata nei diversi altri comuni, grazie all’utilizzo di pannelli rimovibili e aggiornabili. Lavoro che spesso si inseriscono in uno scenario contornato da luci e ombre: è di questi giorni la notizia che la procura distrettuale antimafia dell’Aquila ha arrestato quattro persone, colpevoli di aver assicurato le basi logistiche e societarie per l’ingresso di aziende vicine alla ’ndrangheta negli appalti privati. Ed è forse questa l’esigenza più pressante, e l’obbiettivo che la mostra dovrà perseguire: richiamare le istituzioni ai loro doveri di coordinamento e sorveglianza, e tentare di la sensazione di “terra di nessuno” in balia della criminalità che queste notizie rafforzano…
– Elisabetta Biestro
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