M come Madre, M come Melotti. A Napoli si apre la grande antologica dello scultore, c’è il foto-backstage di Artribune
Lontane le schermaglie con la nuova giunta regionale, lontane le polemiche sul museo-discoteca, lontane quelle sulla casa del direttore. Non sappiamo se – e neanche come – sono finite, ma sappiamo che al Madre si ricomincia a parlare di arte. Aperta da un po’ la mostra che partecipa al grande progetto celantiano sull’arte povera, aperte […]
Lontane le schermaglie con la nuova giunta regionale, lontane le polemiche sul museo-discoteca, lontane quelle sulla casa del direttore. Non sappiamo se – e neanche come – sono finite, ma sappiamo che al Madre si ricomincia a parlare di arte. Aperta da un po’ la mostra che partecipa al grande progetto celantiano sull’arte povera, aperte altre mostre minori, ora arriva un grande protagonista storico.
Si inaugura oggi pomeriggio, venerdì 12 dicembre: è l’antologica dedicata a Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986), curata ancora da Germano Celant e organizzata in collaborazione con l’Archivio Melotti. Una selezione di oltre 200 opere tra terrecotte, maioliche e gessi, sculture a tecnica mista e in ferro, ceramiche e lavori in inox, disegni e bozzetti: presto la recensione su Artribune, intanto qualche immagine in anteprima dalla nostra Diana Gianquitto, mentre ancora si rifinisce l’allestimento…
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