Miami Updates: fra oro e arte, scelgo la seconda. Da Damien Hirst a Christopher Wool, ottime vendite ad Art Basel fin dalla preview
“Fra l’oro e l’arte, gli unici investimenti oggi possibili, preferisco investire in arte”. Queste parole, che artinfo.com attribuisce ad un cliente della galleria newyorkese Sikkema Jenkins, riassumono efficacemente l’approccio ad Art Basel Miami Beach dei collezionisti, in relazione al momento storico. Un approccio che – stando ai primi rumors che compaiono sulle cronache – sembra […]
“Fra l’oro e l’arte, gli unici investimenti oggi possibili, preferisco investire in arte”. Queste parole, che artinfo.com attribuisce ad un cliente della galleria newyorkese Sikkema Jenkins, riassumono efficacemente l’approccio ad Art Basel Miami Beach dei collezionisti, in relazione al momento storico. Un approccio che – stando ai primi rumors che compaiono sulle cronache – sembra sancire un ottimo trend per la fiera, con vendite elevate fin dal giorno della preview.
White Cube, per esempio, pare sia riuscita già a piazzare un paio di Damien Hirst, una vetrina in acciaio inox con strumenti chirurgici venduto per quasi 2 milioni di euro, ed uno spot painting per 500mila euro. Lisson avrebbe già venduto ben quattro Kapoor, a prezzi compresi fra i 300mila e il milione di euro, mentre Waddington non avrebbe aspettato nemmeno un’ora dall’apertura per veder partire verso l’Europa un Magritte – La recherche de l’absolu, del 1960 – in cambio di 500mila euro.
Hauser & Wirth non è stata a guardare, vendendo tre edizioni di Paul McCarthy a collezionisti europei per quasi 700mila euro, e nemmeno Luhring Augustine, con un Christopher Wool del 1993 piazzato a 250mila euro. 300mila euro li ha portati a casa anche Metro Pictures per un autoritratto di Cindy Sherman, mentre la newyorkese Zach Feuer si è dovuta “accontentare” di 60mila euro per due video di Nathalie Djurberg. Ed è solo la preview…
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