Venga a prendere un the a Roma. Il Ministro Ornaghi incontra il collega francese Mitterrand, ma la politica culturale italiana resta ancora cosa ignota
Qualcuno deve aver detto al Ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi che in Italia il settore va alla grande, e che non c’è la minima necessità nemmeno di abbozzare una politica culturale, che l’Italia ottimizza le sue enormi risorse e che anzi, forse, non ne possiamo più di visitatori e turisti che vengono a […]
Qualcuno deve aver detto al Ministro per i Beni Culturali Lorenzo Ornaghi che in Italia il settore va alla grande, e che non c’è la minima necessità nemmeno di abbozzare una politica culturale, che l’Italia ottimizza le sue enormi risorse e che anzi, forse, non ne possiamo più di visitatori e turisti che vengono a visitare i nostri siti e musei, che se ne stiano a casa loro! Solo così si può spiegare il primo mese (quasi, ma comunque tanto, in situazioni di emergenza) di governo del San Michele, durante il quale della presenza di Ornaghi non si è avuto molto sentore: in fondo, a ben vedere, a fare il sottosegretario è stato chiamato uno come Roberto Cecchi, uno che conosce come pochi la macchina del ministero, perfettamente in grado quindi di surrogare il ministro per le questioni di normale amministrazione. Ma siamo sicuri che basti la normale amministrazione?
Già, perché l’ex rettore della Cattolica pare passarsela in incombenze che sembrano più passatempi che aggressione seria alle tante problematiche che avrebbe davanti. Notavamo già che il suo primo atto ufficiale sia stato il “congratularsi” con il ministero (ovvero con Galan) per lo sblocco delle assunzioni al Mibac. Ora lo stesso ministero da notizia di un incontro avuto con il suo omologo francese Frédéric Mitterrand: che dalla cronaca sembra più un the con i pasticcini preso per far due chiacchiere, che un colloquio bilaterale per affrontare cose urgenti. Si è siglata una (memorabile, di certo) “Dichiarazione congiunta sulla collaborazione in campo musicale che, consolidando la positiva esperienza dei festival Suona italiano in Francia e Suona francese in Italia, intensifica i rapporti tra le istituzioni culturali dei due Paesi, favorisce la mobilità degli artisti e incoraggia la produzione di opere contemporanee tra i partner italiani e francesi”. E poi ancora due parole su Pompei, qualche impressione reciproca sul contrasto alla pirateria informatica, l’auspicio di una maggiore collaborazione nel settore cinematografico. Ma, viene da dire, il ministro italiano quando ce lo presentano?
– Massimo Mattioli
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