Vi piace più ora o com’era prima? Parliamo di Kaleidoscope, che cambia pelle affidandosi ai londinesi di OK-RM
La storia è nota ai più: il magazine Kaleidoscope nasce come costola “scissionista” da Mousse. Il suo direttore, Alessio Ascari – altresì co-fondatore del succitato Mousse -, aveva evidentemente in animo di realizzare una rivista di approfondimento più “hard”, dedicata per lo più agli addetti ai lavori. E così è stato: da freepress a rivista […]
La storia è nota ai più: il magazine Kaleidoscope nasce come costola “scissionista” da Mousse. Il suo direttore, Alessio Ascari – altresì co-fondatore del succitato Mousse -, aveva evidentemente in animo di realizzare una rivista di approfondimento più “hard”, dedicata per lo più agli addetti ai lavori. E così è stato: da freepress a rivista a pagamento, con una frequenza ridotta (trimestrale), per permettere di “ispessire” la pubblicazione. A fianco del magazine, una casa editrice di eguale ricercatezza e uno spazio project a Milano.
La novità concerne però il periodico, che da quest’inverno è affidato alle cure grafiche dello studio OK-RM di Londra, impegnato nel settore per spazi come il Barbican, la Serpentine e la Hayward Gallery. Il numero su cui esordisce (con un impianto uggioso ma di maggior respiro rispetto al layout precedente) contiene tra l’altro un approfondimento dedicato a Pierre Huyghe, con testi di Éric Troncy, Barbara Casavecchia e Chris Wiley. E ha in allegato il primo dei Kaleidoscope Supplements, realizzato in collaborazione con La Galerie di Noisy Le Sec.
– Marco Enrico Giacomelli
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