Da Olafur Papersson a Philippe Paperio, nuovi protagonisti irrompono sulla scena dell’artworld. Direttamente dalle pagine di Topolino…
La notizia, fresca fresca, è di mercoledì scorso. Il mondo dell’arte contemporanea guadagna due nuovi collezionisti… e non si tratta di collezionisti da poco, ma di due plurimegaultramiliardari famosissimi in tutto il mondo. I loro nomi? Si tratta nientemeno che di Rockerduck e Paperon de’ Paperoni. Dopo un excursus sull’arte antica e moderna, Topolino – […]
La notizia, fresca fresca, è di mercoledì scorso. Il mondo dell’arte contemporanea guadagna due nuovi collezionisti… e non si tratta di collezionisti da poco, ma di due plurimegaultramiliardari famosissimi in tutto il mondo. I loro nomi? Si tratta nientemeno che di Rockerduck e Paperon de’ Paperoni. Dopo un excursus sull’arte antica e moderna, Topolino – numero 2929 – dedica un’intera storia all’arte contemporanea dal titolo Zio Paperone e l’avventura dell’arte futura, per i disegni di Vitale Mangiatordi, i colori di Mirka Andolfo e la sceneggiatura di Roberto Gagnor. Nella storia, Paperone e il suo eterno rivale Rockerduck decidono di investire in arte contemporanea, e per farlo si affidano al noto critico Philippe Paperio (Daverio, ovviamente, in versione papera… ma lo stesso Daverio – stavolta in penne e piume… ops, scusate, in carne ed ossa – concede una vera intervista a Topolino qualche pagina oltre) che li accompagna su e giù per il mondo alla scoperta dell’arte di oggi, alla ricerca dell’arte che verrà.
Paperone, con al seguito il nipote Paperino, e Rockerduck con il fido Lusky, seguono Paperio prima a Venezia, in visita alla Biennale, poi alla Tate di Londra, e infine al Guggenheim di Bilbao (che in versione papera diventa il Museo Duckenheim, opera della nota archistar Frank Tomegherry). Nel corso del viaggio si affianca a loro il noto artista Maurizio Duckeland (vi ricorda qualcuno?), che per fare le sue mostre… ehm, si appende al soffitto… e che porta con sé una misteriosa scatoletta. Solo alla fine della storia ne scopriremo il contenuto. Molto poco cattelianamente, la scatola contiene solo fogli di carta e colori, nient’altro. È l’arte che deve ancora venire e Paperino la donerà a un bambino, che comincerà poeticamente a disegnarci su. Non mancano le citazioni, tutte rigorosamente in versione papera: dalle colature di colore alla Mark Quackthko, alle tele tagliate di Fontanella, fino al Lavandino otturato di Paperogue Duchamp al geniale Solleone Tranquillone alla Tate Gallery di Londra, opera di un certo Olafur Papersson. Tutto questo e altro ancora in una storia a fumetti a dir poco geniale. Da leggere.
– Maria Cristina Strati
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