La mostra sulla Transavanguardia a Milano e quella strana pubblicità sul Corriere della Sera. Chi ci aiuta a comprendere il piccolo enigma della Befana?
Ma che cosa è quella strana pubblicità che reclamizza la grande mostra sulla Transavanguardia di Milano? Sollecitati da alcuni lettori e incuriositi dal fatto che Achille Bonito Oliva (che sulla inserzione appare in gran primo piano) nella grande intervista che ha rilasciato ad Artribune e che uscirà sul prossimo numero del magazine ci ha raccontato […]
Ma che cosa è quella strana pubblicità che reclamizza la grande mostra sulla Transavanguardia di Milano? Sollecitati da alcuni lettori e incuriositi dal fatto che Achille Bonito Oliva (che sulla inserzione appare in gran primo piano) nella grande intervista che ha rilasciato ad Artribune e che uscirà sul prossimo numero del magazine ci ha raccontato che per comprimere i costi delle mostre si era scelto di non pubblicizzarle sui media, siamo andati ad indagare un po’.
La curiosa presenza del logo ufficiale della Regione Lombardia su una locandina del tutti dissimile a quella ufficiale della mostra ci ha destato qualche legittimo sospetto. La pubblicità sembrerebbe a tutti gli effetti acquistata dalla Gigart il cui logo appare sulla destra, con la medesima dignità di quello dell’ente presieduto da Formigoni e il cui sito appare in basso, manco fosse lui il sito della mostra a Palazzo Reale. Il tutto sul quotidiano più diffuso del paese. Strano, in effetti un poco strano. Tantopiù che, analizzando il materiale ufficiale della mostra, il logo della Gigart non risulta tra gli sponsor ufficiali dell’evento meneghino.
Chi è la Gigart? La Gigart è una società di Salerno, con sedi anche a Milano e a Roma, che si occupa come tante società oggi in Italia di art finance. Non solo consigli ai collezionisti, advisory e consulenze. Ma anche vendita diretta delle opere (sovente presentate da Vittorio Sgarbi come si può vedere nel profilo YouTube dell’azienda stessa) e di organizzazione di mostre con un particolare sistema, quello del Diritto di Prestito. Tale diritto offre al cliente che abbia acquistato un’opera di valore superiore ai 5mila euro la possibilità di guadagnare, per 5 anni, il 3% del valore dell’opera stessa in cambio di tenerla a disposizione per le mostre eventualmente organizzate da Gigart. Insomma, secondo quanto abbiamo compreso, Gigart offre ai propri clienti delle opere, allo stesso tempo si garantisce su queste opere la possibilità di utilizzo per mostre e rassegne e in cambio garantisce al cliente un rendimento del 3% sul valore di acquisto delle opere per 5 anni (dunque il 15% complessivo). Allo scadere del quinto anno il “collezionista” (ci perdonerete le virgolette) potrà rivendere l’opera. Il tutto è spiegato sul sito della Gigart con qualche inciampo grammaticale come potete vedere sopra o cliccando sul sito in basso.
Danilo Gigante a Mi Gioco La Tv from riverjohnny on Vimeo.
Ma c’è di più. Come potete vedere da questo video, che vi consigliamo di visionare per intero, la Gigart fa anche funzione di agenzia di comunicazione. Una vera e propria factory creativa che “crea” imprescindibili correnti artistiche, scrive manifesti e poi piazza ai collezionisti artisti di sicura rivalutazione nei prossimi 10 anni. Nel filmato il titolare della Gigart vi spiegherà senz’altro meglio di noi.
Ora, essendo insomma apparsa una pubblicità su un importante quotidiano nazionale, la domanda resta in sospeso: cosa c’entra, a parte i comuni natali salernitani, la Gigart con Achille Bonito Oliva, con i Cinque Moschettieri della Transavanguardia, con la Regione Lombardia e con la grande mostra di Palazzo Reale?
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