Non tutti i Codacons vengono per nuocere. Le polemiche sul caso Colosseo-Della Valle potrebbero essere il volano per le nuove norme sulle sponsorizzazioni di beni culturali
Capita che una polemica costruita su basi molto mediatiche, ma fragilissime nella sostanza delle argomentazioni, finisca per innescare un meccanismo virtuoso. Capita che il polverone sollevato dalla Uil Beni Culturali e dall’ineffabile Codacons attorno alla sponsorizzazione della Tod’s per il restauro del Colosseo, già diradato da un ministro Ornaghi per una volta deciso e perentorio, finisca […]
Capita che una polemica costruita su basi molto mediatiche, ma fragilissime nella sostanza delle argomentazioni, finisca per innescare un meccanismo virtuoso. Capita che il polverone sollevato dalla Uil Beni Culturali e dall’ineffabile Codacons attorno alla sponsorizzazione della Tod’s per il restauro del Colosseo, già diradato da un ministro Ornaghi per una volta deciso e perentorio, finisca per dare il la ad una ridefinizione normativa quanto mai urgente, in tema di contributi privati a favore del patrimonio.
A riferirne è ovviamente Il Sole 24 Ore, sempre puntualissimo e capillare nell’informazione economico finanziaria, anche quando questa sfiori temi tutto sommato di nicchia. Il quotidiano confindustriale scrive dunque che entro un paio di mesi dovrebbero arrivare in porto le nuove regole del ministero dei Beni culturali sulle sponsorizzazioni per gli interventi di restauro del patrimonio da parte dei privati. Novità stimolata appunto dall’esperienza del Colosseo, che sarà restaurato grazie a 25 milioni di euro messi sul tavolo da Diego Della Valle, dalle polemiche che ne sono seguite. “Si è pensato di correre ai ripari con una modifica al codice dei contratti pubblici, nel quale è stato introdotto l’articolo 199-bis che riguarda espressamente le procedure di sponsorizzazione di beni culturali”.
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