Provocatori sotto naftalina. Si rivedono a Roma quelli della New Gallery che si lanciano all’attacco di Fabio Sargentini. Il quale, però, manco li vede

“Un intervento situazionista”, lo definiscono loro stessi. Tenetelo a mente. Loro sono quelli della New Gallery, il gruppo para-artistico che da qualche anno si diverte a prendersi gioco del sistema dell’arte. In realtà dopo la prima riuscita azione, la finta galleria inaugurata a Roma che colse un po’ tutti di sorpresa, la New Gallery ha inanellato […]

Un intervento situazionista”, lo definiscono loro stessi. Tenetelo a mente. Loro sono quelli della New Gallery, il gruppo para-artistico che da qualche anno si diverte a prendersi gioco del sistema dell’arte. In realtà dopo la prima riuscita azione, la finta galleria inaugurata a Roma che colse un po’ tutti di sorpresa, la New Gallery ha inanellato una serie di proposte non proprio spiazzanti come avrebbero voluto. Come la finta lista del padiglione italiano di Sgarbi alla Biennale, sgamata come falso da Artribune al primo sguardo. Ora invece – forse stanchi di essere scoperti – i ragazzacci cambiano tattica: mettono in atto il “colpo”, e si autodenunciano come autori del medesimo mediante una lettera di rivendicazioni.
Accade oggi con un comunicato nel quale annunciano urbi et orbi di aver “attaccato” nientemeno che la galleria L’Attico di Fabio Sargentini a Roma, spargendo naftalina durante l’inaugurazione della mostra Montaggio delle Attrazioni, venerdì 13 gennaio. Però lo stesso Sargentini – interpellato da Artribune –cade quasi dalle nuvole, rivelando che tanto lui quanto i suoi ospiti quasi non si sono accorti della cosa. Da par loro i misteriosi newgalleristi giurano di aver “creato un bel po’ di casino. Hanno dovuto aprire tutte le finestre si sono messi a scopare per terra per tentare di togliere la naftalina, hanno acceso dell’incenso creando cosi una puzza ancora peggiore. Il pubblico molto numeroso chiedeva spiegazioni a Sargentini, che a voce alta diceva di non sapere spiegare ciò che stava accadendo, insomma un vero bordello”.
Come che siano andate realmente le cose, è soprattutto l’aspetto “concettuale” – spargere naftalina, a significare vecchiume – a rivelarsi un autogol. Perché più che Sargentini – un esempio di come un gallerista che ha fatto veramente la storia dell’arte italiana, riesca a rinnovarsi in continuazione – a puzzare di naftalina sono forse proprio loro, situazionisti con qualche decennio di ritardo…

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Redazione

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