Un po’ campus, un po’ factory. Ecco i nuovi spazi del Central Saint Martin College di Londra, sinonimo di creatività in salsa british
Il progetto comprende anche una strada interna su cui si affacciano i due nuovi corpi di fabbrica, che diventa così un vero luogo di incontro e dialogo tra gli studenti, dove esibire i migliori risultati con performance e sfilate. Già, perché abbiamo a che fare con il nuovo campus del celebre Central Saint Martin College […]
Il progetto comprende anche una strada interna su cui si affacciano i due nuovi corpi di fabbrica, che diventa così un vero luogo di incontro e dialogo tra gli studenti, dove esibire i migliori risultati con performance e sfilate. Già, perché abbiamo a che fare con il nuovo campus del celebre Central Saint Martin College of Art and Design della University of the Arts di Londra, una scuola che – fra docenti e alunni – ha visto passare una consistente fetta di storia dell’arte inglese e non solo, da Lucian Freud a Richard Long, Anthony Caro, Peter Blake, Antony Gormley, Richard Hamilton, Gilbert and George, Rebecca Horn, fino a Mona Hatoum, Peter Doig, Richard Deacon, Yinka Shonibare, Cerith Wyn Evans, Goshka Macuga, con protagonisti trasversali come gli stilisti Alexander McQueen, John Galliano, Hussein Chalayan, o l’attore Pierce Brosnan.
Un ben studiato intervento che si pone come un passo importante della riqualificazione dell’area di 270mila mq a nord delle stazioni di King’s Cross e St Pancras. La sua forza non sta nella ricerca formale, che riprende da altri e più noti studi le soluzioni estetiche e progettuali, quanto nell’attenta considerazione dell’intervento da tutti i punti di vista. Lo studio londinese Stanton Williams ha tramutato il vecchio granaio nella nuova facciata principale a sud, collocando ad ovest negozi e bar nello spazio che un secolo fa ospitava il transito dei carri, creando così un complesso di grande vitalità. Artefice della trasformazione è la King’s Cross Central Limited Partnership, una società a partecipazione mista pubblica e privata come quelle che da tempo si prospettano in Italia e faticano ad arrivare. Un campus realizzato in meno di quattro anni, un progetto da 200 milioni di sterline che da ottobre scorso ha aperto le porte ai suoi studenti.
Forse l’accostamento tra il nuovo edificio e la parte esistente non è particolarmente elegante, forse un po’ più di semplicità avrebbe giovato nel contrasto tra vecchio e nuovo: ma comunque un vero investimento sul futuro della città.
– Nicolò Lewanski
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