A Londra tre volte meno che a Nuoro? Ancora a parlare di stipendi. Perché la Tate Modern cerca il suo Head of Exhibitions, che guadagnerà…

Lo sappiamo bene: le posizioni non sono neanche lontanamente raffrontabili, trattandosi in un caso di un direttore, con tutti i carichi di responsabilità connessi, nell’altro di un ruolo operativo ma inserito in una struttura in posizione elevata ma non apicale. Eppure tiriamo in ballo lo stesso il confronto, prendetelo per quel che vale, per dare […]

Lo sappiamo bene: le posizioni non sono neanche lontanamente raffrontabili, trattandosi in un caso di un direttore, con tutti i carichi di responsabilità connessi, nell’altro di un ruolo operativo ma inserito in una struttura in posizione elevata ma non apicale. Eppure tiriamo in ballo lo stesso il confronto, prendetelo per quel che vale, per dare un peso a delle cifre altrimenti astratte. Torniamo a parlare di stipendi: e lo spunto ci viene dalla call lanciata via e-flux dalla Tate Modern, per la ricerca del nuovo Head of Exhibitions. Avete ben chiaro ciò di cui parliamo? Uno dei primi musei al mondo nel contemporaneo, che cerca la persona che coordinerà i programmi relativi a mostre, commissions, film e live events.
Ebbene, quanto guadagnerà colui che occuperà questo ruolo entusiasmante, ma indubbiamente impegnativo e di grande responsabilità? Qualcosa come 58mila euro, che non sono certo da buttar via, ma sono comunque lontani da compensi faraonici di cui si ha ogni tanto notizia. E lontanissimi – e veniamo all’impossibile confronto – dai 177mila che guadagnava (nessuno ha mai smentito la cifra diffusa da Artribune) Cristiana Collu quando era alla guida del Man di Nuoro, che citiamo in questa sede per il solo fatto che è uno dei pochi dati pubblici, e quindi certi, di cui si ha conoscenza. Lo ripetiamo, si trattava di un ruolo direttivo, con corresponsabilità anche finanziarie: ma pur sempre legate alla realtà di Nuoro.
Il nuovo Head of Exhibitions della Tate Modern – e questa è un’altra notizia, o quantomeno una conferma – seguirà poi anche gli sviluppi dell’estensione del museo, con la nuova ala realizzata negli oil tanks: che sarà aperta in una prima fase quest’anno (l’appuntamento olimpico è troppo goloso per rinunciarvi), ma che entrerà a regime nel 2016.

www.tate.org.uk

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Redazione

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