Al MoMA? Si fa una mostra con le riviste snob. Quelle per gli addetti ai lavori, molto minimal e poco popular. Ecco i migliori art-magazine del terzo millennio. Dall’Italia Kaleidoscope e Peep-Hole
Editoria e arte. Binomio antico e felice. Magazine con illustrazioni artistiche, fanzine creative, riviste ideate e realizzate da artisti, giornali riciclati e tramutati in opere, o ancora pamphlet, libri e libriccini concepiti come art project. Una mostra al MoMA di New York punta i riflettori su alcuni aspetti di questa liaison speciale, concentrandosi sulla produzione […]
Editoria e arte. Binomio antico e felice. Magazine con illustrazioni artistiche, fanzine creative, riviste ideate e realizzate da artisti, giornali riciclati e tramutati in opere, o ancora pamphlet, libri e libriccini concepiti come art project.
Una mostra al MoMA di New York punta i riflettori su alcuni aspetti di questa liaison speciale, concentrandosi sulla produzione di riviste d’arte e design emerse dal 2000 a oggi. “Millennium Magazines”, organizzata dal MoMA Library, esplora i modi in cui artisti e designer contemporanei hanno utilizzato il format del magazine come spazio di sperimentazione, in cui raccogliere, elaborare e presentare immagini e testi. Tutta roba per palati fini, accattivante, cool, fatta per le élite: estetica curatissima, approccio qualche volta più giocoso, qualche altra da saggio crtico-filosofico.
In mostra un bel catalogo di chicche editoriali, da riviste fatte di sole immagini a quotidiani firmati da collettivi artistici, fino a veri e propri progetti di taglio concettuale. Un bel modo, tra l’altro, per indagare forme diverse (e a volte assai originali) di progettazione, produzione, editing, stampa e distribuzione.
Tre le presenze italiane, selezionate in uno straordinario mare magnum internazionale. Ci sono Kaleidoscope e Peep-Hole Sheet (prodotto da Mousse), entrambe ottime pubblicazioni d’approfondimento con taglio intellectual-chic, entrambe con base a Milano, entrambe legate a due spazi non profit. Stessi circuiti e stessa origine, dato che l’una derivò da una scissione interna dell’altra. E c’è poi, ancora dal milieu meneghino, Le Dictateur, limited edition sfornato da Federico Pepe: pagine preziose affidate unicamente ad artisti, come vere e proprie opere grafiche.
Ma un po’ d Italia si trova pure nella creatura di Maurizio Cattelan e dei suoi due compari d’avventure creative, Massimiliano Gioni e Ali Subotnick. Il loro Charley ha il suo posto d’onore accanto a eccellenti pubblicazioni pescate in giro per il mondo: dall’africana Chimurenga in versione newspaper, al militante Journal of Aesthetics and Protest; dal londinese Infopool di Jakob Jakobsen al canadese Hunter and Cook, prodotto dagli artisti Jay Isaac e Tony Romano; da The Exhibitionist, tutto dedicato a grammatica e teoria del fare-mostre, al zurighese der:die:das:, progetto monotematico dedicato agli oggetti del quotidiano.
La categoria è di nicchia, per definizione. Perfetta, a ben guardare, per una mostra in un museo. Riviste come oggetti di culto… Più per collezionisti, forse, che per lettori?
– Helga Marsala
fino al 14 maggio 2012
il sito della mostra al MoMa
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