Croste d’autore. Quanto siete disposti a spendere per un Paniccia? Qualcuno ha provato a fare compere da Diprè. E, con somma incredulità, ci ha raccontato com’è andata…
Li avevamo chiamati freak. Mostri. Nel senso di outsider: quelli strani, quelli che stanno ai margini, fuori dal sistema. E in fondo, a volerne un uso radicale, il termine si spalma su più categorie. I freak sono i matti, gli irregolari, i geni, i transcategoriali, i perdenti o i claudicanti, gli insofferenti e i disadattati. Mostruosamente […]
Li avevamo chiamati freak. Mostri. Nel senso di outsider: quelli strani, quelli che stanno ai margini, fuori dal sistema. E in fondo, a volerne un uso radicale, il termine si spalma su più categorie. I freak sono i matti, gli irregolari, i geni, i transcategoriali, i perdenti o i claudicanti, gli insofferenti e i disadattati. Mostruosamente differenti.
Così, gli artisti di Andrea Diprè, il supercritico televisivo con un gran fiuto per i dilettanti doc, ci piaceva raccontarli come strani personaggi di un “teatro degli ultimi”, messo in scena dal nostro talent scout. Poco intuito per il talento, molta stoffa per il business.
Li sceglie strani, un poco goffi, magari eccentrici, privi del physique du rôle. Massimamente antitelevisivi nella forma, decisamente antiartistici nei contenuti. Artisti della domenica, a cui prospettare successo a fronte di regolare parcella. E bisogna pagarlo bene, Dipré: pagare i suoi spazi tv, la brillantezza del suo vacuo eloquio, la sua abilità da mercante, i suoi contatti. Perché li vende quei quadri, a quanto pare. Roba da mille euro a tela, direte voi. L’avremmo detto anche noi. E invece no. I vari Paniccia, Miosotis, Salvati, Carpuso, hanno quotazioni di tutto rispetto. Roba che manco ve l’immaginate.
O almeno così ci raccontano. E noi, col beneficio del dubbio, vi riportiamo la storia.
Succede infatti che una nostra affezionata lettrice – chiamiamola Graziella, per comodità – debba fare con un gruppo di amici un regalo a un collega che si laurea. E decidono, tutti insieme, di comprargli una “crosta” (riportiamo il termine fedelmente). Un quadretto di poco valore, ma con un suo inconfondibile appeal. Cercasi croste d’autore? Contattare Diprè. Facile. Mandata richiesta di prezzo per un Osvaldo Paniccia (la celebre Natura morta con gamberi), giunge immediata risposta. Il Paniccia è ancora disponibile (meno male!), ma non si tratta di mille euro. E nemmeno di 5mila. Da quel che ci viene riferito, il capolavoro varrebbe ben 95mila euro. Prendere o lasciare. E Graziella ha lasciato. Per quanto caro fosse l’amico, la spesa si faceva impegnativa. Folgorata dal nostro articolo, la ragazza aveva sottovalutato il talento del maestro. E per sfogarsi e condividere lo shock, decide di mandarci una mail.
Bene, ammesso che Graziella dica il vero, e convinti delle eccellenti doti “imprenditoriali” del Diprè conduttore-critico-mercante, attendiamo eventuali conferme. Qualcuno di voi ha già acquistato un Paniccia? Le quotazioni riportate sono veritiere? Caccia al collezionista dei “gamberi”. Scovatelo e scriveteci…
– Helga Marsala
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