Fortunato o furbo? Accettò azioni in pagamento dei suoi graffiti nella prima sede di Facebook: ora David Choe ha in mano 200 milioni di dollari
Da giorni i media sono pieni di racconti sui tanti “baciati” da Zuckerberg. I tanti futuri miliardari, gente che per varie ragioni ha incrociato l’enfant prodige della Silicon Valley nell’esplosiva vicenda di Facebook – consulenti, amministratori, tecnici, consiglieri -, e che magari, specie agli esordi, è stata pagata con quote della già ambiziosa ma ancora […]
Da giorni i media sono pieni di racconti sui tanti “baciati” da Zuckerberg. I tanti futuri miliardari, gente che per varie ragioni ha incrociato l’enfant prodige della Silicon Valley nell’esplosiva vicenda di Facebook – consulenti, amministratori, tecnici, consiglieri -, e che magari, specie agli esordi, è stata pagata con quote della già ambiziosa ma ancora non ricchissima società. Si fanno i conti in tasca, basandosi sulla proiezione che dovrebbe portare la valutazione della Tech attorno ai 100 miliardi di dollari: Tizio, il primi presidente della minuscola company, col 2% si ritroverà qualcosa come 2 miliardi, Caio, l’allora spokesman, si dovrà accontentare di 1,5 miliardi.
La sorpresa è che fra i tanti Paperoni c’è anche un artista: si tratta di David Choe, che nel 2005 fu chiamato da Sean Parker, allora presidente della società, a riempire di graffiti le pareti della prima sede di Facebook – nel video sotto lo si vede all’opera – a Palo Alto, in California. Al momento dei conti, Parker offrì all’artista di scegliere fra contante – qualche migliaio di dollari – e azioni del social network, e Choe – malgrado considerasse il progetto “ridicolo e inutile” – accettò la scommessa. Ora, entro il 2012, si ritroverà in tasca qualcosa come 200 milioni di dollari…
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