Grossi investimenti per un grande regalo di compleanno al maestro Enrico Caruso. Vicino Firenze apre il museo dedicato al tenore. Nella villa in cui visse
Riapre al pubblico dal 25 febbraio il Museo Enrico Caruso, l’unico in Italia dedicato al tenore e collocato nella Villa Bellosguardo di Lastra a Signa presso Firenze. L’anniversario della nascita di Caruso – avvenuta a Napoli nel 1873 – segnerà il traguardo di un percorso iniziato oltre quindici anni fa, quando l’Amministrazione comunale della cittadina […]
Riapre al pubblico dal 25 febbraio il Museo Enrico Caruso, l’unico in Italia dedicato al tenore e collocato nella Villa Bellosguardo di Lastra a Signa presso Firenze.
L’anniversario della nascita di Caruso – avvenuta a Napoli nel 1873 – segnerà il traguardo di un percorso iniziato oltre quindici anni fa, quando l’Amministrazione comunale della cittadina decise di puntare sull’acquisto per quasi 4 miliardi di lire della dimora cinquecentesca che la celeberrima voce volle per vivervi la storia d’amore con la cantante Ada Giachetti (dopo avergli dato due figli però l’abbandonò fuggendo con l’autista…), e che rimase il suo buen retiro fino alla morte; altri 2 milioni di euro, di cui 1,2 investiti dalla Regione Toscana, sono stati necessari per il restauro dell’imponente complesso, formato da due edifici principali fra loro collegati, da un suggestivo giardino all’italiana e da terreni agricoli e boschivi.
Al piano nobile della Villa, che ospita anche la camera da letto originale, trovano ora degna collocazione le migliaia di cimeli donati al Museo dal Centro studi carusiani di Milano fondato da Luciano Pituello, da sempre fervente ammiratore dell’artista di cui ha collezionato ogni genere di testimonianze, dagli oggetti quotidiani a lui appartenuti alle foto e cartoline, dai disegni tratteggiati dal cantante, che era anche ottimo e pungente caricaturista, ai premi ricevuti e ai costumi di scena, dai programmi di sala agli spartiti, e naturalmente ai dischi: Caruso fu il primo a credere nell’importanza del nuovo mezzo e ad incidere interpretazioni liriche e canzoni, che lo consacrarono primo autentico divo dei Due Mondi.
Oltre a presentare una collezione di grammofoni d’epoca, il percorso espositivo è integrato da due sale che offrono un’inedita esperienza emotiva e percettiva: grazie a sofisticate tecnologie, i visitatori possono attivare l’ascolto individuale della voce che incantò l’Europa e le Americhe, visualizzare i luoghi toccati dalle tante tournée, farsi avvolgere dalla magìa di un mito inossidabile nel tempo.
– Giusppe Pennisi
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