Madrid Updates: toh, anche il “provinciale” Reina Sofía sostiene gli artisti spagnoli. 700mila euro spesi ad Arco, ecco cosa si sono comprati

Un museo che direttamente va alla fiera d’arte e si compra opere per 700mila euro, già è una chimera, visto con occhi italiani: capirai, i nostri non hanno neanche i soldi per pagare i custodi. Ma soprattutto non hanno governance che li mettano in condizione di farlo, portando linfa ad un sistema sempre asfittico, e […]

Un museo che direttamente va alla fiera d’arte e si compra opere per 700mila euro, già è una chimera, visto con occhi italiani: capirai, i nostri non hanno neanche i soldi per pagare i custodi. Ma soprattutto non hanno governance che li mettano in condizione di farlo, portando linfa ad un sistema sempre asfittico, e mettendo sul piatto anche un contributo squisitamente culturale, con scelte e opzioni che contribuiscono a creare trend innestando nella dinamica del mercato anche la voce terza del museo.
Ma un’altra chimera è quella del sostegno al sistema nazionale: che viene messo in atto ovunque – ne abbiamo parlato in occasione della Fiac parigina, ora a Madrid per Arco -, e che da noi, dove il ruolo viene in qualche caso parzialmente surrogato da qualche fondazione, viene liquidato come provincialismo. Lo spunto ci viene ora appunto dalla fiera spagnola, dove il Museo Reina Sofía – che in questi giorni propone l’importante personale di Hans Haacke – ha appena comunicato di aver effettuato acquisizioni per 700mila euro, spesi per portarsi a casa 17 opere.
Ecco di seguito l’elenco completo, non sarà difficile constatare la schiacciante prevalenza di artisti spagnoli, con qualche concessione a latinoamericani, e solo pochissimi “stranieri”: Pablo Palazuelo (Temps blanc, 1959); Esteban Francés (Arragez vous, 1939); Alberto Greco (Qué grande sos, 1961/2012); Sanja Ivekovic (Structure, 1976-2011); James Willing (due serie complete); Luis Camnitzer (Masacre de Puerto Montt, 1969); Erlea Maneros (Exercises on abstraction, 2009); Pep Agut (Distància Zero, 1994, e Rescue attemp. Nonsense, 1994); Pedro G. Romero (Archivo FX: entrada: la casa, 1999-2007); Adriá Juliá (un’installazione); Leonor Antunes (Discrepancies with T.P., 2012); Renate Lorenz e Pauline Boudry (Salomania, 2009); Irene Kopelman (Meditation Piece, 1959); José Dávila (Untitled -Félix Candela-,2011; Joachim Koester (My Frontier is an Endless Wall of Points, 2007).

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