Artista 007, e in un monastero della Cechia si scopre la collezione di Adolf Hitler. Vale tre milioni di dollari, ma tornerà nel silenzio…
Gli artisti prediletti dal collezionista? Da Franz Eichhorst a Paul Herrmann, Sepp Hilz, Friedrich W. Kalb, Oscar Oestreicher, Steppes Edmund, Armin Reumann. Nomi che vi dicono poco? Beh, del resto anche la raccolta da cui provengono è molto particolare, ed è rimasta segreta per decenni. Si tratta infatti delle opere appartenute ad Adolf Hitler, sedici […]
Gli artisti prediletti dal collezionista? Da Franz Eichhorst a Paul Herrmann, Sepp Hilz, Friedrich W. Kalb, Oscar Oestreicher, Steppes Edmund, Armin Reumann. Nomi che vi dicono poco? Beh, del resto anche la raccolta da cui provengono è molto particolare, ed è rimasta segreta per decenni. Si tratta infatti delle opere appartenute ad Adolf Hitler, sedici dipinti scoperti nella Repubblica Ceca dopo una ricerca che ha impegnato per cinque anni un artista locale. Opere trasportate in Cecoslovacchia durante l’occupazione su ordine di Hitler stesso, per evitare che venissero danneggiate.
Erano state acquistate in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, e valgono oggi circa 2.7 milioni di dollari: sette sono state presentate alla stampa lunedì scorso al convento di Doksany, nel nord della Repubblica Ceca. Si pensa che queste 16 opere, che presentano anche evidenti contenuti nazisti, facciano parte di un corpus di 70 pezzi nascosti in un monastero a sud di Vyssu Brod. Hitler, ex artista, era anche un collezionista d’arte, passione alimentata anche con i numerosi sequestri avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale, con una collezione di oltre 5mila opere, per le quali si voleva costruire anche un museo a Linz, in Austria.
Alla fine della guerra, gli Alleati confiscarono numerosi dipinti portandoli a Monaco, per provare a restituirli ai proprietari originari. Questi dipinti ritrovati andranno ora all’Istituto per la Protezione e la Conservazione di Monumenti e Siti Nazionale, che ha affermato di non volerli vendere né esporre al pubblico.
– Martina Gambillara
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