Dici Napoli e dici design. O meglio, “Design District”. Ecco in vincitori del nuovo e lanciatissimo concorso per progettisti partenopei
È solo alla prima edizione, ma si sta già imponendo come uno tra più vitali e interessanti appuntamenti italiani per il design. Il Napoli Design District”, premio destinato ai creativi napoletani, nasce da un’iniziativa dell’Associazione Culturale Interviù e riceve il sostegno di una sfilza di istituzioni locali: Regione Campania, Provincia di Napoli, I Municipalità del […]
È solo alla prima edizione, ma si sta già imponendo come uno tra più vitali e interessanti appuntamenti italiani per il design. Il Napoli Design District”, premio destinato ai creativi napoletani, nasce da un’iniziativa dell’Associazione Culturale Interviù e riceve il sostegno di una sfilza di istituzioni locali: Regione Campania, Provincia di Napoli, I Municipalità del Comune di Napoli, Confartigianato e Unione degli Industriali. Una giuria internazionale – composta da Magali Moulinier, collaboratrice del Mudac di Losanna; Gennaro Polichetti, presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli; Patrizia Ranzo, docente di Disegno Industriale presso la Facoltà di Architettura di Napoli; Massimiliano Tonelli, direttore di Artribune – ha vagliato 94 lavori (di cui 6 fuori concorso), presentati da 67 partecipanti. Originale e vincente la formula, che prevedeva la presentazione di veri e propri prototipi, complementi d’arredo concepiti come pezzi unici o elementi di una piccola serie. Oggi, 18 marzo, arrivano i nomi dei vincitori, proclamati durante una cerimonia presso il Gran Caffè Gambrinus, il prestigioso caffè letterario di Piazza Trieste e Trento. Nomi che Artribune, ovviamente, vi comunica in tempo reale. Si aggiudica il primo premio Palmina Di Nardo con “Omaggio a Roger Penrose”, per la capacità di mantenere “un rapporto evocativo e contemporaneo con la tradizione”, dando vita a un oggetto che abita lo spazio e il tempo “senza rinunciare ad essere presente anche in un ‘altrove’ infinito”. Medaglia d’argento a “Kanyon” di Carlo Gattullo, “per l’essenzialità del ‘gesto’” e “per la ricerca sull’interazione tra la fisicità del contenuto e la determinazione della forma dell’oggetto”. Infine, terza classificata è Matilde Merciai con “Octable” , “per la ricerca sui materiali, l’uso della luce e delle ombre come elementi strutturali della composizione”.
– Helga Marsala
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