L’allieva e il maestro. Bjarne Melgaard porta Paola Angelini in Biennale e da lì l’occasione: una mostra a Oslo con la galleria Rod Bianco. Tutte le foto
Tutto cominciò a Venezia. Giugno 2011, Biennale Arti Visive, padiglione Norvegia. Qui, negli spazi del quattrocentesco Palazzo Contarini Corfù, per due mesi di fila Paola Angelini aveva allestito il suo atelier temporaneo, ospite di Bjarne Melgaard, artista norvegese chiamato a rappresentare il suo Paese in laguna. Il progetto si chiamava Baton Sinister e si legava […]
Tutto cominciò a Venezia. Giugno 2011, Biennale Arti Visive, padiglione Norvegia. Qui, negli spazi del quattrocentesco Palazzo Contarini Corfù, per due mesi di fila Paola Angelini aveva allestito il suo atelier temporaneo, ospite di Bjarne Melgaard, artista norvegese chiamato a rappresentare il suo Paese in laguna. Il progetto si chiamava Baton Sinister e si legava all’esperienza di Melgaard come insegnante allo IUAV: a fine corso l’artista selezionò alcuni dei suoi studenti per un’esposizione all’interno del Padiglione. Tra questi c’era anche la Angelini, nata a San Benedetto del Tronto nell’83 e spostatasi a Venezia per studiare: durante il periodo di work in progress la giovane ha prodotto sei grandi dipinti a olio, realizzati a quattro mani proprio con Melgraad, mentre il mese successivo all’inaugurazione è rimasta per un open studio, realizzando un’altra grande tela. È in questo frangente che i galleristi di Rod Bianco, noto spazio di Oslo, si accorgono di lei e la “ingaggiano”. Ed eccola, lo scorso 22 marzo, inaugurare lì una sua personale: la “prima volta” con un artista italiano per la galleria norvegese. In mostra tutti i lavori prodotti a Venezia, insieme a una serie di pezzi nuovi di zecca. Per farvi un’idea del lavoro di questa talentuosa emergente, Artribune pubblica un po’ di foto dell’exhibition view…
– Helga Marsala
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