New York Updates: la recensione sull’Armory Show non serve, la troviamo tutta nel filmato sui galleristi italiani presenti in fiera. Sei minuti di video per quattro interviste assai lucide
Ci sono tanti italiani a New York; no: ci sono meno collezionisti dall’Europa. I collezionisti newyorkesi non mancano; e anche gli altri americani. La concorrenza di Frieze? Bha, fino a due anni fa era la fiera più potente d’Europa, oggi invece già sembra sorpassata dalla Fiac: insomma le cose cambiano. New York è una città […]
Ci sono tanti italiani a New York; no: ci sono meno collezionisti dall’Europa. I collezionisti newyorkesi non mancano; e anche gli altri americani. La concorrenza di Frieze? Bha, fino a due anni fa era la fiera più potente d’Europa, oggi invece già sembra sorpassata dalla Fiac: insomma le cose cambiano. New York è una città friendly, tutti chiedono e tutti si informano. I tanti eventi in città hanno portato molta gente; no: i tanti eventi in città hanno portato via molta gente rendendo la settimana un po’ dispersiva. Frieze: ma certo che New York può assorbire due fiere. Il vernissage? È andato benissimo: pieno di art advisors e si respirava una buona energia. Certo, la velocità che il mercato aveva prima della crisi, come dire, ce la sogniamo…
Questi e altri gli interessantissimi spunti che scaturiscono dall’ascolto delle interviste ai galleristi italiani (tutti tranne uno, Massimo De Carlo non siamo riusciti a incrociarlo sabato all’ora di pranzo, quando abbiamo girato questi filmati) presenti al The Armory Show quest’anno. Paola Capata di Monitor, Edoardo Osculati di Cardi Black Box, Maurizio Rigillo della Galleria Continua e Lorcan O’Neill dell’omonima galleria ci dicono la loro dimostrandosi degli ottimi analisti delle cose fieristiche internazionali.
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