New York Updates: sorride solo Federico Solmi, invenduti Frosi e Pessoli. Ecco tutti i risultati di una settimana di auctions
Assieme all’Armory, e a tutto il turbinio di fiere che hanno punteggiato la settimana, a NY sono terminate anche le aste, concentrate sul segmento affordable del mercato dell’arte. Se per Phillips de Pury lavorare con artisti giovani è l’aspirazione principale, per Christie’s e Sotheby’s questo è un terreno poco redditizio e quindi lasciato un po’ […]
Assieme all’Armory, e a tutto il turbinio di fiere che hanno punteggiato la settimana, a NY sono terminate anche le aste, concentrate sul segmento affordable del mercato dell’arte. Se per Phillips de Pury lavorare con artisti giovani è l’aspirazione principale, per Christie’s e Sotheby’s questo è un terreno poco redditizio e quindi lasciato un po’ sottotono. Nel complesso i risultati sono stati comunque molto buoni, con un largo appetito per il segmento dal mercato più recente, attentamente selezionato dalle case d’asta.
La sessione è stata inaugurata da Christie’s il 7 marzo, con un totale di 10.6 milioni di dollari e il 78% di venduto. Sara Friedlander, direttrice di First Open ha commentato: “Ancora una volta il mercato si è dimostrato aggressivo, con richieste internazionali per le opere di altissima qualità e freschi sul mercato”. In asta anche 45 opere della Peter Norton Collection che hanno totalizzato 2,5 milioni. A guidare la vendita opere di Beatriz Milhazes, Ed Ruscha e Glen Ligon, venduti ben al di sopra della loro stima pre-vendita, con aspre battaglie tra i collezionisti in sala e al telefono. Top Lot proprio la Milhazes, con Nu Azul del 1997, venduto a $626.500 ad un compratore sudamericano, contro una stima massima di 200mila; secondo posto per Ed Ruscha con Blue Scream del 1964, che da una stima massima di 200mila ha raggiunto i $554.500. E ancora Jim Hodges con Here’s Where We Will Stay, aggiudicato a $482.500; Glenn Ligon con Prologue Series #1 (Text from Ralph Ellison) ($350.500); Wade Guyton ($350.500) e Willem de Kooning ($338.500).
L’8 marzo era la volta di Phillips de Pury, con un totale di $7.2 milioni con una percentuale di venduto dell’89% per la Evening sale e dell’82% per Under The Influence. World record per Garth Weiser e Tauba Auerbarch, il primo con Double circle no. 1, 2008, battuto a $43,750, mentre per la Auerbach Binary lowercase, 2006, aggiudicato a $86,500. Tra i top lots Cindy Sherman con Untitled #426 della serie dei clown, $446,500, Anselm Kiefer, Hommage à Omar Khayyám, $314,500, Roy Lichtenstein Brushstroke Still Life with lamp, $302,500, Dan Flavin Untitled (to Pat and Bob Rohm), $302,500, Noble and Webster, Two works: Puny Undernourished Kid and Girlfriend from Hell, $242,500. Non troppa fortuna per i tre italiani presenti in catalogo: l’unico ad aver trovato un compratore è stato Federico Solmi, con l’installazione composta da 15 animazioni, Douche Bag City, 2009-2010, stimata $12-18mila ed aggiudicata per 20mila dollari. Invendute invece le opere di Christian Frosi – Piraha Song, 2006, e di Alessandro Pessoli, The Philosopher is Sick. E qui sorprende un po’ che, su cifre cosi basse, gli artisti italiani non vengano difesi dai loro collezionisti e galleristi…
Ha chiuso Sotheby’s con la sua migliore performance per un’asta di metà stagione dal 2008, con un totale di $12milioni e il 79% di venduto. Anche qui top lot per la Sherman con l’acclamato Untitled Film Still #21 battuto a $746,500, stimato 200mila. Poi la star del momento Gerhard Richter con Montag battuto a $548,500; Alexander Calder, Wichita Mobile (Maquette), $442,500.
– Martina Gambillara
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