People and the city, l’arte Unicredit sbarca in Polonia. Videointerviste ed immagini dalla mostra della collezione a Torun. Ed il nastro non è ancora stato tagliato…
People and the City sbarca al CoCa (Centre of Contemporary Art) di Torun, in Polonia, ed Artribune c’è. La mostra, complici Unicredit ed il Museo, diretto da Dobrila Denegri, apre i battenti questa sera, venerdì 2 marzo, nuova tappa di un tour di iniziative dedicato alla collezione del gruppo italiano, cominciato nel 2009 ed approdato […]
People and the City sbarca al CoCa (Centre of Contemporary Art) di Torun, in Polonia, ed Artribune c’è. La mostra, complici Unicredit ed il Museo, diretto da Dobrila Denegri, apre i battenti questa sera, venerdì 2 marzo, nuova tappa di un tour di iniziative dedicato alla collezione del gruppo italiano, cominciato nel 2009 ed approdato già a Istanbul e Mosca. Terzo appuntamento dunque in Polonia, a pochi chilometri da Varsavia e da Danzica, per un percorso che ha un obiettivo non solo strategico, ma di responsabilità sociale. “L’arte – ha detto in conferenza stampa Luigi Lovaglio, Chief Executive della Pekao, banca polacca partner del gruppo italiano – non è solo il metodo più efficace per rappresentare la realtà, ma anche il modo per immaginare il nostro futuro. La nostra vocazione non deve essere unicamente votata al profitto, ma ad essere soggetti attivi nella crescita del Paese, anche attraverso iniziative di carattere culturale”.
Come sempre, il curatore è Walter Guadagnini, che costruisce un percorso che ha come tema la città, ma soprattutto chi la abita, perché, come spiega egli stesso, tra i protagonisti delle videointerviste di Artribune, “le città senza persone sono come morte”. Gli artisti, selezionati dall’enorme corpus di opere con cui Unicredit ha – anno dopo anno – arricchito la sua collezione, non sono necessariamente i nomi più famosi, ma quelli che meglio corrispondono al tema prescelto e che raccontano la relazione con il territorio in cui l’evento si svolge. Non mancano i masterpieces, da Christo a Christian Marclay con Telephones, né una splendida sezione dedicata alla fotografia, con opere di Eugene Atget a Weegee, e nemmeno gli italiani, primo tra tutti Francesco Jodice, presente con i video della trilogia City tellers ed in carne ed ossa.
A lui abbiamo chiesto di raccontare in video questo progetto diviso tra il Brasile, il Kazakhstan e Dubai, nel suo impatto con il pubblico dei non addetti ai lavori, con cui si è confrontato, tra festival di documentari, web e trasmissioni televisive.
– Santa Nastro
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