Romano, con gli occhi a mandorla. H. H. Lim si racconta al pubblico dei Martedì Critici, per il nuovo ciclo romano. Si riparte con dieci appuntamenti, all’Auditorium Mecenate
E dopo il tour fuori porta, si torna a casa. I Martedì Critici, conclusi i cicli di Milano e Napoli, ricominciano dalla base: ancora Roma, ancora l’Auditorium Mecenate e sempre loro, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli, i due curatori-mattatori che ad ogni appuntamento introducono un artista, tracciando le linee essenziali di una lettura critica che […]
E dopo il tour fuori porta, si torna a casa. I Martedì Critici, conclusi i cicli di Milano e Napoli, ricominciano dalla base: ancora Roma, ancora l’Auditorium Mecenate e sempre loro, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli, i due curatori-mattatori che ad ogni appuntamento introducono un artista, tracciando le linee essenziali di una lettura critica che ne inquadri storia e ricerca.
E a Roma si ricomincia, per il settimo blocco della serie, dando la parola a H.H. Lim. Un romano doc, potremmo dire, a dispetto del nome: di origini sino-malesi, l’artista vive nella Capitale dal ’76, avendo compiuto qui anche gli studi all’Accademia di Via Ripetta.
Venticinque anni di lavoro e di successi, con un’opera dal taglio neo-concettuale, collocata nella zona intermedia tra lo spirito meditativo del mondo orientale e quello frenetico dell’Occidente. Affidandosi a media diversi, dal video fino alla cultura, passando per i dipinti incisi e le performance, Lim attinge da spunti disparati, adottando ogni volta un taglio storico, sociologico, intimo, urbanistico-architettonico. La sua figura è spesso al centro di esperienze performative in cui convivono intensità dello sguardo e del pensiero, leggerezza ed ironia, crudeltà del linguaggio e provocazione politica. Come quando, per citare un’opera nota, Lim inchiodò la sua lingua a un tipico tavolo da conferenza. Un gesto violento, dalla sofferta evidenza metaforica: il tema della censura, fortissimo in Cina e in molti Paesi orientali, evoca a un tempo quel ciarlare mediatico proprio dell’Occidente contemporaneo, troppo spesso privo di spessore, misura, senso morale. In occasione della serata all’Auditorium, H.H. Lim proietterà i video di alcune performance, intrattenendo il pubblico con il consueto talk condito da uno slide show di immagini.
Il report video dell’incontro con Ernesto Tatafiore, l’ultimo del ciclo al Pan di Napoli, arriva sempre domani, su Artribune Television.
– Helga Marsala
27 marzo 20012, ore 19.00
Auditorium di Mecenate – Largo Leopardi (via Merulana), Roma
Ingresso: libero
contatti: [email protected]; [email protected]
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