Tiziano ricomposto. Joint venture fra le National Gallery di Londra e di Scozia, per 45 milioni di sterline anche Diana e Callisto resta pubblica
Una “vertenza” che andava avanti da anni, e che alla fine si conclude come nelle favole: oggetto, un grande maestro dell’arte italiana. La National Gallery di Londra e la National Gallery of Scotland hanno unito le forze per l’acquisizione del capolavoro rinascimentale Diana e Callisto di Tiziano, annunciata nei giorni scorsi in tono trionfale a […]
Una “vertenza” che andava avanti da anni, e che alla fine si conclude come nelle favole: oggetto, un grande maestro dell’arte italiana. La National Gallery di Londra e la National Gallery of Scotland hanno unito le forze per l’acquisizione del capolavoro rinascimentale Diana e Callisto di Tiziano, annunciata nei giorni scorsi in tono trionfale a dispetto di un periodo economicamente difficile come questo. E il capolavoro, costato 45 milioni di sterline, è stato acquistato senza intaccare fondi pubblici, con il sostegno di donatori privati, di un ente di beneficenza e con gli utili della lotteria.
Il dipinto verrà così ricongiunto a Diana e Atteone, acquistato nel 2009 sempre attraverso la joint venture dei due musei, per 50 milioni di sterline. Questi prezzi naturalmente rappresentano solamente un terzo del valore di mercato, chissà quali cifre potrebbero raggiungere in asta e che lotte tra i magnati, ma il fatto di poter garantire la fruizione pubblica e il ricongiungimento con l’altro magnifico dipinto, fa passare sicuramente in secondo piano le valutazioni monetarie.
I due soggetti mitologici sono strettamente legati tra loro per un comune riferimento alla profanazione dell’ideale di castità di Diana. I due dipinti, concepiti come un tutto unico dal punto di vista compositivo, presentano un gioco insistente di rimandi e simmetrie, come ad esempio la continuità del corso d’acqua e del paesaggio di fondo. La National Gallery ha dovuto sborsare 25 dei 32 milioni dei fondi derivanti da un secolo di lasciti, ma “se non avessimo colto questa occasione penso che sarebbero diminuite le possibilità di ulteriori lasciti in futuro – ha affermato il direttore Nicholas Penny -. So che alcune persone potrebbero pensare che forse era meglio comprare dieci opere minori, ma penso che la National Gallery sia stata fondata principalmente come raccolta di grandi capolavori”.
Entrambe le opere erano state realizzate da Tiziano per Filippo II di Spagna nel 1550, arrivate in Gran Bretagna nel 1798 entrando a far parte della collezione della famiglia aristocratica Bridgewater, prestate alla National Galleries of Scotland dal 1945. Nel 2008 il duca di Sutherland offrì di vendere le opere alle gallerie pubbliche, innescando immediatamente una campagna di raccolta fondi.
– Martina Gambillara
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati