Dopo le turbolenze museali, i valzer galleristici. Parte il risiko a Napoli: il “sindaco” Artiaco, al terzo trasloco, trova casa in centro storico. Al posto di Franco Riccardo

E così si rescinde definitivamente il cordone ombelicale tra Lucio Amelio, gran padre di tutti i galleristi napoletani della generazione a lui successiva, e Alfonso Artiaco, tra i ‘giovani’ (farà cinquant’anni nel 2014) forse quello più completo, capace, scaltro. Dopo i primi anni nella sua Pozzuoli, nella galleria di Corso Terraciano cui tutti siamo ancora […]

E così si rescinde definitivamente il cordone ombelicale tra Lucio Amelio, gran padre di tutti i galleristi napoletani della generazione a lui successiva, e Alfonso Artiaco, tra i ‘giovani’ (farà cinquant’anni nel 2014) forse quello più completo, capace, scaltro. Dopo i primi anni nella sua Pozzuoli, nella galleria di Corso Terraciano cui tutti siamo ancora un po’ affezionati, il trasferimento a Napoli, nella sciantosa Piazza dei Martiri, proprio in quegli spazi, a Palazzo Partanna, che furono di Amelio.
Eravamo nel 2003 e oggi, dopo nove anni, Artiaco pianifica un nuovo spostamento che lo porterà in un palazzo altrettanto magniloquente. La galleria prenderà il posto della Franco Riccardo Arti Visive, in queste settimane in cerca, anche lei, di una nuova sede (e quindi del quarto trasloco in pochi anni): la nuova location sarà dunque all’interno di Palazzo Sanseverom in Piazzetta San Nilo 7, nel cuore del centro storico della Napoli romana dei decumani. Un arrivo significativo in un territorio che dopo i tentativi, solo in parte riusciti, di rilancio bassoliniano, aveva subito un reflusso di degrado ed errori, durante gli anni di Rosa Russo Iervolino sindaco. Un arrivo che potrebbe essere visto come suggello e appoggio da parte di un grande gallerista alle politiche urbanistiche del neosindaco De Magistris, che, a suon di zone a traffico limitato, ha correttamente individuato nelle auto private la fonte primaria dei tanti problemi della zona.
Al di là delle interpretazioni geopolitiche, i motivi del trasferimento sono ben più operativi: “mi servivano spazi più ampi di quelli attuali per sviluppare i progetti che ho in mente” ha dichiarato Artiaco alla stampa partenopea. In effetti gli ambienti di Palazzo Sansevero constano di ben cinque grandi stanze una in fila all’altra, oltre agli spazi di servizio.
E a proposito di sindaci vecchi e nuovi, il trasloco, che si sta perfezionando in queste settimane e che dovrebbe essere a regime in autunno, non è la sola novità della vita professionale del gallerista. Proprio in questi giorni Artiaco sta tentando di tornare sul proscenio politico della sua città, Pozzuoli (in provincia, ma con 85mila abitanti, più grande di un capoluogo medio). Dopo gli incarichi risalenti a una decina di anni fa, durante il mese di marzo Alfonso ha lanciato la sua candidatura a primo cittadino. Un tentativo (da alcuni battezzato “quarto polo”) di andare oltre ai partiti, pur non prescindendo da essi, mettendo insieme una serie di liste civiche. Un tentativo che, tuttavia, è finito nel nulla: constatata l’impossibilità di superare quella che lui stesso ha definito la “balcanizzazione di Pozzuoli e la guerra tra bande politiche”, Artiaco ha ritirato la candidatura alla fine di marzo. Motivo ulteriore per concentrare tutte le energie nella professione, piuttosto che in politica. Col pensiero alle due prossime grandi fiere (Frieze a New York e ArtBasel in Svizzera) e all’apertura del nuovo spazio a Napoli.

www.alfonsoartiaco.com

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