Fashion world, a New York si tirano le somme. Il Time stila la sua top 100. Tra le più grandi icone della moda, anche cinque stilisti italiani. Armani in testa
Cento icone, per quasi cent’anni di moda, stile e comunicazione. Gli anni sono 83, per l’esattezza. Quelli del Time, il celebre news magazine from U.S.A., settimanale nato a New York il 3 marzo del 1923, presente anche con una versione europea, pubblicata a Londra (che oggi copre anche l’Africa e l’America Latina), una asiatica, con […]
Cento icone, per quasi cent’anni di moda, stile e comunicazione. Gli anni sono 83, per l’esattezza. Quelli del Time, il celebre news magazine from U.S.A., settimanale nato a New York il 3 marzo del 1923, presente anche con una versione europea, pubblicata a Londra (che oggi copre anche l’Africa e l’America Latina), una asiatica, con base a Hong Kong, e una per il Sud Pacifico, da Sidney.
Ed è proprio dalla sua data di nascita che il Time è partito per passare in rassegna il fashion word, in cerca delle icone assolute che hanno dettato le regole del gusto e della bellezza, scrivendo la storia della moda occidentale e orientandone le evoluzioni. Ecco dunque una gustosa topo 100, suddivisa in più categorie. Ci sono gli stilisti, i fotografi, le modelle, gli editori, le muse ispiratrici… Una valanga di superstar entrate nell’olimpo del bello di massa, celebrate dai media d’ogni epoca e radicate nell’immaginario collettivo.
Chi troviamo sul podio? Ecco, in ordine, le 15 medaglie d’oro, argento e bronzo. Per i designer arrivano primi Azzedine Alaïa, Giorgio Armani e Cristobal Balenciaga, con il genietto Chalayan all’ottava posizione, addirittura un gradino sopra la mitica Coco Chanel, Dior solo al decimo posto, seguito da Dolce & Gabbana, mentre più giù si piazzano, via via, Prada, Valentino, Versace e la Westwood, icona del punk, che resta in coda. E veniamo alle regine delle passerelle: sul podio la brasiliana Gisele Bündchen, la venera nera Naomi Campbell e l’intramontabile Cindy Crawford, mentre all’ottavo posto c’è Kate Moss e al decimo Twiggy, antenata di tutte le smilze mannequin, colei che nei 60’s fece un must del connubio anoressia e androginia.
Singolare la terna delle “muse”, in cui al fascino d’ebano di Josephine Baker e a quello nordico di Brigitte Bardot segue il carisma musicale dei cinque evergreen di Liverpool, i Beatles; variamente sparsi, tra pop music, cinema e politica, nomi come Madonna, Lady Gaga, David Bowie, Michelle Obama, Lady D, Farrah Fawcett. E ancora i re dello scatto, coloro che le icone le hanno immortalate e qualche volta create: dopo Richard Avedon, Guy Bourdin e Horst P. Horst, troviamo Annie Leibovitz al quinto posto, Newton all’ottavo e Mario Testino al numero dieci. Infine la categoria “editors & stylists”, che rivela qualche sorpresa. Prime tre posizioni: Isabella Blow, talent scout d’eccezione (fu lei a scoprire star come Stella Tennant, Sophie Dahl e Alexander McQueen), Grace Coddington e Patricia Field, mentre Anna Wintour (di cui la Blow fu assistente agli inizi della sua carriera) è stranamente in fondo alla lista, preceduta di 4 step dalla nostra Carla Sozzani. Così ci vede il mondo: Italia talentuosa, con un buon numero di creativi di successo, ma non troppo brava nell’arte di sfornare icone pop tout court. Colpa del sistema, ancora troppo fragile per competere con le grandi macchine mediatiche internazionali?
– Helga Marsala
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