Gli occupanti del Teatro Garibaldi fanno sul serio. Non solo restano e lanciano una bella programmazione. Adesso si mettono anche a fare produzioni: debutta l’Orchestra Garibaldi Libero
È la prima produzione del Teatro Garibaldi Aperto, nuova piazza simbolica palermitana in cui si coltiva, da due settimane a questa parte, il senso di una nuova resistenza culturale: contro la cattiva gestione degli spazi e delle economie, contro il disinteresse delle amministrazioni, contro il degrado progressivo di una città ormai coperta di macerie. Da […]
È la prima produzione del Teatro Garibaldi Aperto, nuova piazza simbolica palermitana in cui si coltiva, da due settimane a questa parte, il senso di una nuova resistenza culturale: contro la cattiva gestione degli spazi e delle economie, contro il disinteresse delle amministrazioni, contro il degrado progressivo di una città ormai coperta di macerie. Da quando un nutrito gruppo di artisti, attori, operatori culturali ha occupato questo piccolo, suggestivo teatro, una corrente virtuosa pare essersi liberata, d’improvviso: centinaia di persone, ogni sera, sono lì, in Piazza Magione, a fare la fila davanti ai cancelli in attesa del prossimo spettacolo, ad affollare il baretto di fronte, a scambiarsi opinioni, a mettere in campo idee, progetti, desideri. A fare la bella politica, in sostanza.
E gli occupanti, intanto, sembrano non avere nessuna voglia di togliere le tende: il presidio va avanti, con la programmazione quotidiana di eventi, i tavoli tematici, i laboratori, le assemblee e un primo dignitoso gruzzolo racimolato grazie alle offerte del pubblico. Eccolo qui, l’antidoto al vuoto clamoroso che connota l’offerta culturale cittadina. Come dire: bisognava aspettare i bad boys affamati d’arte per poter godere di un palinsesto interessante, nella noia di una movida tutta uguale, passata tra spritz e (spesso mediocri) dj set.
Da questo felice mood è nata l’Orchestra Garibaldi Libero, primo esperimento autoprodotto – fin qui, in scena erano andati spettacoli già confezionati – nato da un’idea di Gabrio Bevilacqua e Luca Lo Bianco. Improntato su una formula aggregativa e improvvisativa, il progetto sceglie pratiche musicali non convenzionali. Quarantatré elementi tra fiati, archi, voci, tastiere, percussioni: musicisti tutti diversi per stile e background (dal jazz al rock, dall’electro all’industrial) e tutti siciliani, eccezion fatta per qualche special guest straniera. A dirigerli lo stesso Lo Bianco, che a suon di gesti e parole scritte su piccole lavagne, mette in atto una conduzione estemporanea e libera. Senza dimenticare l’interazione con il pubblico, nel segno dell’ironia e della complicità.
Atmosfera travolgente, la sera della prima. Il teatro era uno scrigno sonoro, un nucleo di energia disobbediente. Di ottima qualità l’improvvisazione, tra ritmi incalzanti, tappeti minimal, pause, strappi, melodie e sperimentazione audace.
Una specie di incantesimo è sbocciato, questa domenica, in mezzo ai palchi e la platea del Garibaldi, nell’entusiasmo generale, tra applausi scroscianti ed ovazioni. Palermo libera, viva e non più disillusa. Per una sera, almeno.
– Helga Marsala
Orchestra Garibaldi Libero: Chitarre: Lorenzo Colella, Fabrizio Brusca, Nico Terrasi, Roberto Cammarata, Daniele Crisci, Annamaria Scuzzarella, Fabio Rizzo, Giacinto Masucci, Simone Campione, Serena Bellavista, Faber Gray, Roberto Calabrese. Bassi Elettrici: Stefano India, Luca Giuffrida, Mario Di Salvo, Carmelo Drago, Marco Spinella. Contrabbassi: Gabrio Bevilacqua, Marko Bonarius, Federico Gueci. Voci: Angelo Sicurella, Gaia Mattiuzzi, Roberta Sava, Giulia Mangiaracina, Germana Di Cara. Clarinetti: Eldo Lauriano, Cosimo Montante, Angela Lauriannino. Sassofoni: Volker Stegmann (alto), Carla Restivo (soprano), Ninni Di Gesu’ (tenore), Marco Marotta (tenore). Fisarmonica: Paolo De Leonibus. Tastiere / Elettronica: Domenico Argento, Alessio Romeo, Gaetano Dragotta. Percussioni: Rosario Punzo, Giacomo Di Domenico, Martino Passanisi. Batterie: Massimo D’Aleo, Jacek Kochan, Ferdinando Piccoli, Fabio Finocchio. Conduzione: Luca Lo Bianco
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