Liquidazione Madre. Dopo tante opere della collezione ritirate dagli artisti, il museo napoletano perde anche gli spazi della Chiesa di Donnaregina
Ne era talmente parte integrante, da avergli dato pure il nome: Museo MADRE, ovvero Museo d’Arte contemporanea DonnaREgina. Era, perché dopo aver perso il direttore Eduardo Cicelyn e – come conseguenza – tante opere della collezione permanente, ritirate dagli artisti che le avevano concesse in comodato o prestito, ora il sempre più malconcio – ma […]
Ne era talmente parte integrante, da avergli dato pure il nome: Museo MADRE, ovvero Museo d’Arte contemporanea DonnaREgina. Era, perché dopo aver perso il direttore Eduardo Cicelyn e – come conseguenza – tante opere della collezione permanente, ritirate dagli artisti che le avevano concesse in comodato o prestito, ora il sempre più malconcio – ma in attesa di rilancio – museo partenopeo perde anche l’uso degli spazi della Chiesa di Santa Maria Donnaregina.
Dopo esplicita richiesta della Curia napoletana, nel febbraio scorso la giunta comunale ha infatti deliberato “l’inserimento della navata come parte integrante del percorso del museo diocesano…, favorendone la visita turistica e l’uso da parte della cittadinanza”. Senza nessun riferimento all’uso attuale della chiesa da parte del Madre.
La chiesa, accessibile dal cortile della caffetteria del Museo Madre, è tra le più significative testimonianze di epoca medievale a Napoli. Sin dal XVII secolo restò chiusa al culto e al pubblico, perché annessa ai luoghi della clausura. Di proprietà del Comune e dal 1969 location privilegiata della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II, la chiesa conserva lo splendido sepolcro marmoreo della benevola regina, opera di Tino di Camaino e Gagliardo Primario (1325-26) e il più vasto ciclo di affreschi del Trecento rimasto a Napoli. Con la realizzazione del Madre era stata riaperta come prolungamento naturale del museo, ricominciando a vivere schiudendo le sue antiche porte all’arte contemporanea.
– Ivana Porcini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati