Mexico City Updates: le mostre a latere la fanno da padrone. Forse perché la fiera Zona Maco sta deludendo? Intanto tutti all’opegning di Ernesto Neto al Colegio San Ildefonso
La lengua de Ernesto. Obras 1987-2011 è la retrospettiva dedicata a Ernesto Neto aperta al Antiguo Colegio de San Ildefonso di Città del Messico. Sono tutti qui i collezionisti e gli aficionados di Zona Maco. I visitatori sono un po’ stanchi di andare in fiera: si mormora che sia troppo lenta e poco innovativa. Anche i galleristi […]
La lengua de Ernesto. Obras 1987-2011 è la retrospettiva dedicata a Ernesto Neto aperta al Antiguo Colegio de San Ildefonso di Città del Messico. Sono tutti qui i collezionisti e gli aficionados di Zona Maco. I visitatori sono un po’ stanchi di andare in fiera: si mormora che sia troppo lenta e poco innovativa. Anche i galleristi non sembrano troppo soddisfatti, nonostante nutrano una speranza sui “saldi” della domenica. Glielo auguriamo fortemente. Il Messico ha un enorme potenziale e basterebbe educare un po’ meglio i possibili interessati all’arte.
Il bel museo, diretto da Paloma Porraz Fraser e restaurato dal celebre architetto Ricardo Legorreta, è in gran festa. Musica brasiliana a gogo nel grande chiostro, con il maestro Neto vestito di giallo e arancione che sfreccia da una parte all’altra dell’edificio per mostrare quanto interattivi siano i suoi lavori. Insomma, il Messico celebra la grande esposizione del super artista carioca. Le gallerie Fortes Villaça e Tanya Bonakdar possono battere le mani per l’ottimo lavoro fatto per sostenere l’artista.
La mostra è ben realizzata, si vedono i primi lavori densi di tensione e materiali consistenti, come il ferro e la gomma. Giochi di gravità provocati dal tirare della tela-calza intrisa di spezie o polistirolo. Profumi di India, Messico e Brasile emergono dalle forme dall’evidente richiamo vegetale. Gli spettatori adorano interagire col lavoro di Neto poiché i colori sono rilassanti, gli odori portano a terre lontane e le forme sempre in divenire, mai rette, distendono gli occhi e la mente.
– V. R.
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