Milano Updates: care fiere, non avete che da copiare. Cosa? L’approccio net-oriented di MiArt. Con il tweet selvaggio e il wi-fi libero
Li avevamo già adocchiati da qualche mese, quelli dello staff-social di MiArt. Avevamo notato il loro attivismo intelligente e furbetto sui social network, e in particolare su Twitter. Avevamo fatto caso che in pochissimi mesi erano riusciti a portare sopra quota 600, roba di tutto rispetto, specie in Italia, i loro followers in attesa di […]
Li avevamo già adocchiati da qualche mese, quelli dello staff-social di MiArt. Avevamo notato il loro attivismo intelligente e furbetto sui social network, e in particolare su Twitter. Avevamo fatto caso che in pochissimi mesi erano riusciti a portare sopra quota 600, roba di tutto rispetto, specie in Italia, i loro followers in attesa di cinguettii, ma tutto ciò premesso, oggi abbiamo decisamente avuto una sorpresa che più sorpresa non si può. Specie se paragoniamo il tutto alle tante fiere italiote dove non solo il wi-fi è contingentato e a pagamento, ma magari, una volta pagato, ospita solo un dispositivo, ignorando il fatto che l’utente medio, oggi, ha magari un laptop, un telefonino e pure un tablet da tenere online.
Niente di tutto ciò, spazzato via il medioevo da quartiere fieristico Anni Settanta: a MiArt, signori, il wi-fi è libero e per tutti. E quando lo abbiamo fatto notare a “quelli dello staff-social di MiArt”, tramite Twitter ovviamente, ci hanno risposto che no, non era un errore, che lo hanno fatto proprio apposta. Bene così.
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