Saloni Updates: se fosse art noveau sembrerebbe Bruxelles, basta chiamarlo liberty e sei a Milano. Il design tour passa anche per Porta Venezia…
Chi è caccia di innovazioni geniali può anche evitare, perché troverà poco per cui valga la pena strapparsi i capelli. Mentre a tutti gli altri un giro in zona Porta Venezia è più che consigliato, e per almeno due ordini di motivi. Il primo: Fuorisalone a parte si può assistere ad una sana, garbata, intelligente […]
Chi è caccia di innovazioni geniali può anche evitare, perché troverà poco per cui valga la pena strapparsi i capelli. Mentre a tutti gli altri un giro in zona Porta Venezia è più che consigliato, e per almeno due ordini di motivi. Il primo: Fuorisalone a parte si può assistere ad una sana, garbata, intelligente e riuscita operazione di marketing territoriale. Zona strana, ad est di corso Buenos Aires e di quella specie di Tribeca meneghina che – con tutti i distinguo – è l’area tra via Tadino e Stazione Centrale; zona dove, fatto salvo per Sotheby’s a Palazzo Broggi, non è sempre agevole trovare buoni motivi per andare. Zona finalmente valorizzata: il press point al civico 7 di via Melzo consegna gadget e cartine per orientarsi tra sedici edifici storici di primi Novecento, opportunamente legati ai ventiquattro eventi che Fuorisalone propone tra arte, design e dintorni. Mancano meraviglie come la casa di Horta, mancano – soprattutto – le possibilità di visitare gli interni, là dove questi siano sopravvissuti alla modernità: ma l’atmosfera che si respira tra gli ex cinema Kursaal Diana e Dumont, oggi riadattati ad albergo e biblioteca, o tra i palazzi signorili disegnati dai vari Campanini e Mezzanotte è certamente degna di Bruxelles, città simbolo dell’art noveau.
Il secondo buon motivo per addentrarsi in Zona è dato da proposte forse non trascendentali, ma decisamente oneste nella sostanza e interessanti nella forma. Jannelli&Volpi aprono le porte di una vera e propria casa del design, con particolare attenzione al tessuto e alla texture: quelli della WallpapeRevolution ideata da Matteo Ragni; quelli di sapore ex-sovietico introdotti in certe soluzioni proposte dal meglio che la scena russa sa offrire al momento (collettivo Atrium, su tutti).
È design vecchio di trent’anni, ma si sa: è l’Italia tutta ad essere indietro! C’è allora interesse per le biciclette pieghevoli di Brompton, un apri e chiudi da meno di dieci secondi netti; sdoganato al 100% anche a Milano, grazie alle recenti concessioni da parte di ATM: fino a poco tempo fa, se volevi portarle sui mezzi pubblici dovevi inguainarle, altrimenti … multa!
Non potevano non esserci cristalli al Consolato della Repubblica Ceca; ma ci trovi pure le invenzioni di recupero dell’Atelier Pelcl. Sui divani in plastica pura trionfa il cartone pressato: assemblato in imponenti lampade da salotto, o anche in forma di Ulita, igloo destinato al relax, dove lasciarsi abbracciare dalla lettura di un libro o magari dalle attenzioni di una amante indiscreta. Fate voi.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati