A night with John Cage per chiudere Fabbrica Europa 2012. Quadruplo concerto tra elettronica, videoarte, petardi e innaffiatoi. Qualche immagine per voi, mentre su Artribune tv presto quattro video-blitz…
Nell’anno del centenario dalla nascita – e del ventennale dalla morte -, Fabbrica Europa non poteva proporre scelta migliore che chiudere in bellezza con un omaggio al grande John Cage. Alla Stazione Leopolda di Firenze in scena un quadruplo concerto a cavallo tra elettronica e videoarte, con immancabili “incursioni” di oggetti vari, dai petardi agli […]
Nell’anno del centenario dalla nascita – e del ventennale dalla morte -, Fabbrica Europa non poteva proporre scelta migliore che chiudere in bellezza con un omaggio al grande John Cage. Alla Stazione Leopolda di Firenze in scena un quadruplo concerto a cavallo tra elettronica e videoarte, con immancabili “incursioni” di oggetti vari, dai petardi agli innaffiatoi.
Si parte con Cage & Duchamp, con Antoine Alerini al pianoforte: un minuto di non-silenzio dai celebri 4’33” (1952), poi uno stralcio della Suite for Toy Piano (1948) e della Music for Marcel Duchamp (1947), per pianoforte preparato. Si passa poi a Cage & Voices, eseguito da L’Homme Armè (Monica Benvenuti, Mya Fracassini, Giovanni Biswas, Matteo Bellotto) e Tempo Reale Electroacoustic Ensemble (Francesco Canavese, Riccardo Castagnola, Luigi Mastandrea, Damiano Meacci), sotto la direzione di Fabio Lombardo. Prima il brano che dà il titolo all’evento, Four2 (1990), per coro misto ed elettronica, poi il canto si tramuta in vera performance, con l’Aria con Fontana Mix (1958) e Four Solos for Voice (1989) – con tanto di scimmietta di peluche.
La serata fiorentina prosegue con Cage & Nam June Paik, sul palco Carlo Failli (clarinetto), Duccio Ceccanti (violino), Vittorio Ceccanti (violoncello), Sergio De Simone (piano fender) e Contempoartensemble, direttore Mauro Ceccanti. Mentre sullo schermo scorrono i video di Nam June Paik, si ascoltano in perfetto sincrono la Sonata for Clarinet (1933) e Six Melodies for Violin and Keyboard (1950). Poi il direttore entra in scena (“applausi? ma no, no! Non abbiamo nemmeno iniziato!”), si chiude la porta alle spalle – e la lascia suonare al percussionista. Conclusione in crescendo con Cage & Numbers, con Jonathan Faralli alle percussioni e live electronics di Francesco Giomi. La straordinaria perizia tecnica di 27’10.554” (1956) sfocia nel caos di Variation IV (1963), con effetti scenici tra i più esilaranti, tra televisori, radiosveglie, innaffiatoi e petardi. Abbiamo davvero raggiunto il grado zero della musica? Inevitabile la chiusura nuovamente su 4’33’’ (1952), per qualsiasi strumento o combinazione di strumenti, questa volta, le bombolette spray… Atmosfera impossibile da raccontare adeguatamente? Forse sì, intanto date uno sguardo alla fotogallery, poi un assaggio dei concerti arriverà presto su Artribune Television con dei piccoli videoblitz montati ad hoc…
– Simone Rebora
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