Arte urbana e relazionale. Un po’ festa, un po’ workshop, un po’ concorso di progettazione. Nextfloor, con ALA group, reinventa Piazza Gramsci, a Milano. Insieme alla gente
Non vi piace qualcosa del vostro quartiere? Vi sembra che gli spazi intorno agli edifici non siano sfruttati al meglio? Vi immaginate servizi diversi, un aspetto migliore, un progetto che sia, realmente, utile ai residenti o ai passanti? Beh, basta dirlo. O meglio, scriverlo, disegnarlo, raccontarlo. E magari, una volta tanto, consegnare alle amministrazioni un […]
Non vi piace qualcosa del vostro quartiere? Vi sembra che gli spazi intorno agli edifici non siano sfruttati al meglio? Vi immaginate servizi diversi, un aspetto migliore, un progetto che sia, realmente, utile ai residenti o ai passanti? Beh, basta dirlo. O meglio, scriverlo, disegnarlo, raccontarlo. E magari, una volta tanto, consegnare alle amministrazioni un pacchetto di idee e intuizioni arrivate dal basso, non sarà una specie di utopia. Anche questa, in qualche modo, è arte contemporanea. Di quella che sceglie logiche relazionali e approcci sociologici.
Nextfloor , nato da un’idea dell’associazione culturale Sintetico, è un progetto pilota di riqualificazione urbana, con le caratteristiche di un grande happening a cielo aperto. Obiettivo? Rivitalizzare la zona di Piazza Gramsci, a Milano, mediante un evento che coinvolga gli abitanti e che funzioni come grande laboratorio di idee e di pensiero, ma anche come festa.
Martedì 22 maggio, presso la pagoda della piazza, Nextfloor verrà presentato al pubblico.
Fin da subito, e per tutta la settimana successiva, i cittadini sono invitati a registrare le proprie esigenze, i desideri e le aspettative coltivati per quell’angolo di spazio pubblico: gente comune, ma anche architetti e urban designer, potranno metetre neri su bianco, tramite schizzi o testi, la propria idea per la riqualificazione di quella specifica area urbana, ad oggi utilizzata come parcheggio per motorini. Una sorta di brain storming per una rilettura democratica e corale della città, delle sue funzioni, della sua estetica e del suo valore sociale.
Il giorno successivo partirà un workshop gratuito dal titolo Temporary School – A collective Work, della durata di sette giorni. A proporlo è il collettivo ALA Group, con la cura di Maria Rosa Sossai e dell’artista Sreshta Rit Premnath. Un focus di studio e riflessione condivisa, per immaginare nuove destinazioni d’uso del portico, proprio a partire dal vox populi.
Quindi, un bando di concorso per architetti sarà rivolto ai frequentatori dello stesso laboratorio. In palio, oltre alla realizzazione del progetto, anche un gettone di 500 euro. Dal party al censimento, dal laboratorio alla progettazione: un percorso in più step costruito a partire da una tipologia di azione urbana plurale e partecipata, provando a coltivare una nuova consapevolezza degli spazi pubblici, tra creatività e sentire collettivo.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati