Der Kulturinfarkt. Si dimette dalla direzione di Pro Helvetia Pius Knüsel, tra i quattro autori del testo che ha fatto discutere tutti gli operatori culturali tedeschi. Ma chiarisce: “Il libro non c’entra niente”.
Der Kulturinfarkt. The end. Finisce con le dimissioni di Pius Knüsel, direttore di Pro Helvetia, la “saga” che Artribune vi ha raccontato dalla Svizzera tedesca e dalla Germania, passo dopo passo. Ripercorrendola brevemente, tutto è cominciato con la pubblicazione di un libro, letteralmente “l’infarto culturale”, nel quale i quattro autori (Armin Klein, Stephan Opitz, Dieter […]
Der Kulturinfarkt. The end. Finisce con le dimissioni di Pius Knüsel, direttore di Pro Helvetia, la “saga” che Artribune vi ha raccontato dalla Svizzera tedesca e dalla Germania, passo dopo passo. Ripercorrendola brevemente, tutto è cominciato con la pubblicazione di un libro, letteralmente “l’infarto culturale”, nel quale i quattro autori (Armin Klein, Stephan Opitz, Dieter Haselbach e lo stesso Knüsel) proponevano di tagliare in maniera sostanziale i finanziamenti pubblici alla cultura, con l’obiettivo di incoraggiare una ridistribuzione delle risorse, l’esistenza di uno stato meno paternalistico e assistenziale e risvegliare il paese “affaticandolo”. Inutile dire che la proposta, dichiaratamente controversa già nel sottotitolo (Una polemica sulle politiche culturali, la cultura istituzionale, le sovvenzioni alla cultura) ha destato – in un paese come la Germania, con altissimo fatturato e occupazione nelle industrie culturali – il putiferio auspicato, con presa di distanze dell’amministrazione di Pro Helvetia, pur riconoscendo l’importanza e la qualità dell’operato del direttore nel corso del suo mandato. Fino ad oggi (a più di due mesi dalla sua pubblicazione) con l’annuncio delle dimissioni di Knüsel, il quale però ci tiene a chiarire, con un comunicato stampa lanciato ieri 24 maggio: “il libro non c’entra nulla. È solo una coincidenza”.
Sarebbero pesate sulla decisione, invece, le regole di Pro Helvetia, che prevedono una durata massima di dieci anni per la direzione dell’Arts Council. Diversi progetti, inoltre, hanno appena visto la loro felice conclusione e il momento, si legge sul sito dell’istituzione è “ideale per un cambio di management”, dopo una decade indirizzata alla riorganizzazione e al posizionamento del Council, che ad oggi vanta un team di 42 persone fulltime in Svizzera e 25 all’estero con costi amministrativi del 14,5%. È pur vero, però, che, in virtù delle nuove normative sull’incoraggiamento alla cultura, questo periodo poteva essere contabilizzato solo al 60%, consentendogli di rimanere in carica altri quattro anni. Ora Knüsel, che lascerà l’incarico a settembre 2012, si sente pronto ad una nuova sfida professionale, pare al di fuori dall’ambito della promozione culturale.
– Santa Nastro
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