La Habana Updates: giocare a flipper, aspettando la Biennale. Doppia personale al Museo de Bellas Artes, ecco le immagini dell’opening
Prime battute biennalesche anche per il Museo de Bellas Artes, che apre al pubblico, anticipando l’opening ufficiale con due mostre personali. L’occasione, che vede coinvolto un pubblico non solo locale – si scorgono tra i partecipanti Orlan, Raffaele Gavarro e Flavio Favelli tra gli altri – è ghiotta anche per visitare la collezione del museo, […]
Prime battute biennalesche anche per il Museo de Bellas Artes, che apre al pubblico, anticipando l’opening ufficiale con due mostre personali. L’occasione, che vede coinvolto un pubblico non solo locale – si scorgono tra i partecipanti Orlan, Raffaele Gavarro e Flavio Favelli tra gli altri – è ghiotta anche per visitare la collezione del museo, con opere pittoriche e scultoree di artisti cubani e una splendida sala dedicata a Wifredo Lam. Sul versante contemporaneo la proposta dello spazio della Capitale ricade su Sandra Ramos (1969) e la sua Puentes e su Abel Barroso (1971), entrambi cubani e quasi coetanei, entrambi impegnati in una elaborazione concettuale del rapporto tra architettura e ambiente con una connotazione sociale e partecipativa.
La prima crea nella cornice convenzionale di un’opera bidimensionale, un sistema di piani e sfondamenti, dove disegni e fotografie fanno da contraltare a piccoli oggetti tridimensionali che ne svelano la natura funzionale. A corollario, una passerella rialzata che posiziona il cielo sul pavimento ed invita il visitatore ad attraversarla. Anche per Barroso la protagonista è la città, ma qui non si tratta di raccontarla nella sua versione reale, quanto di descriverne in maniera stilizzata i contorni all’interno di un discorso politico che utilizza l’incisione artigianale del legno come mezzo e materia privilegiata. Flippers (Esta es tu casa) perfettamente funzionanti (tanto da incoraggiare i partecipativi spettatori cubani a partite e tornei!), skylines e planisferi dipinti con residui di matite colorate e temperate (El mundo es plano) uniscono i nuovi linguaggi della comunicazione e dell’informazione alla tradizione della manifattura locale.
– Santa Nastro
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