Brutta vicenda, a Firenze, per il giovane artista cinese Qiu Yi, aggredito – pare – dall’anziano collega Omar Ronda. L’opera è troppo grande? Ecco come ti risolvo il problema. La smonto e la metto in un angolo
Succede che un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze partecipa a una mostra dal titolo Prima della prima, all’interno di Start Point/Accademia in mostra-Accademia in scena, un ampio progetto in più step, con tanto di supporto istituzionale da parte di Regione e Provincia. E succede che la mostra in questione viene allestita, […]
Succede che un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze partecipa a una mostra dal titolo Prima della prima, all’interno di Start Point/Accademia in mostra-Accademia in scena, un ampio progetto in più step, con tanto di supporto istituzionale da parte di Regione e Provincia. E succede che la mostra in questione viene allestita, pochi giorni fa, negli ambienti di Palazzo Medici Riccardi. Fin qui tutto regolare: una bella iniziativa, spazio ai giovani e un dialogo virtuoso tra architetture urbane e mondo della formazione.
Le cose filano lisce, con gli studenti a lavoro, il pubblico interessato e i docenti pieni d’orgoglio. Fino a ieri mattina, quantomeno. È il 28 maggio del 2012 quando una spiacevole vicenda spezza gli entusiasmi e fa arrabbiare moltissimo le massime cariche dell’Accademia fiorentina. Stando a quanto raccontato dal direttore, Giuliana Videtta, e dal Presidente, Luciano Modica – e chiaramente Artribune offre immediato diritto di replica alla controparte, limitandosi a raccontare l’episodio, così come diffuso a mezzo stampa – il giovane Qiu Yi, autore dell’installazione collocata nel Cortile di Michelozzo, avrebbe trovato l’opera smantellata e danneggiata. In sostanza: il ragazzo arriva, entra nel palazzo e il lavoro – che occupava l’intera superficie del chiostro – non lo trova più. O meglio, lo trova ma tutto smontato, accatastato e rovinato.
Il problema? L’oepra era troppo grande e ostruiva il passaggio di un furgone, su cui dovevano essere caricati i dipinti e i materiali della mostra appena conclusasi, una doppia personale dei due veternani Piero Gilardi e Omar Ronda. Ci sta pure il problema logistico, ci mancherebbe. Ma in questi casi che si fa? Si avvisa l’artista, ci si consulta con il Museo e i curatori, poi si trova insieme una soluzione. E invece no. Pare – sempre secondo quanto denunciato dalla direzione – che di fronte alle legittime rimostranze dell’incredulo Qiu Yi, Omar Ronda lo avrebbe aggredito verbalmente e strattonato in malo modo, in presenza di alcuni testimoni. Cornuto e mazziato, come si suol dire. Non solo l’opera manomessa, ma anche gli insulti. Non proprio un esempio di affettuoso supporto da parte di un artista maturo nei confronti di un emergente. Straniero per giunta, dunque ospite e come tale meritevole di ancor più sacre attenzioni.
Inqualificabile, se confermata, la reazione di Ronda. A cui chiediamo di raccontare la sua versione e le sue ragioni. Intanto, l’Accademia “si riserva eventuali atti a tutela del suo giovane studente cinese”. Ma se esposta in cortile ci fosse stata, piuttosto, un’opera di Damien Hirst o di Pistoletto? Gli stessi metodi sarebbero stati utilizzati (da Ronda, dall’autista del camion, da un custode o da chi che sia) per far spazio al veicolo? Qualcosa ci dice che no, non sarebbe andata proprio così…
– Helga Marsala
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