Nuovi spazi, vecchi miti. Col sogno americano, raccontato dagli scatti di Bill Owens, si inaugura Area Lina. Fotografie di felici suburbie in bianco e nero, nella Milano che cambia
Era la primavera del 1972 e in California, nell’area metropolitana intorno a San Francisco – detta Bay Area – un giovane fotografo dava il via a un progetto fotografico ambizioso, destinato a entrare nell’immaginario collettivo del Novecento: un lungo ritratto in bianco e nero della suburbia americana, svelando scorci urbani, identità, volti, abitudini, rituali quotidiani, […]
Era la primavera del 1972 e in California, nell’area metropolitana intorno a San Francisco – detta Bay Area – un giovane fotografo dava il via a un progetto fotografico ambizioso, destinato a entrare nell’immaginario collettivo del Novecento: un lungo ritratto in bianco e nero della suburbia americana, svelando scorci urbani, identità, volti, abitudini, rituali quotidiani, spazi comuni e angoli domestici, oggi diventati simbolo di un’America che fu e che tutti crediamo quasi di conoscere, grazie anche a esperienze artistiche come questa.
Lui era Bill Owens, un genio della fotografia del secolo scorso. Che oggi, a quarant’anni esatti da quel fortunato incipit, viene celebrato in tutto il mondo, come padre di una straordonaria antropologia visiva condotta lungo le arterie più calde e vibranti della contemporaneità: un tempo ormai trascorso, scandito da sogni, speranze e inquietudini, proiettati da lontano verso il nuovo millennio.
Anche Milano ricorda adesso le periferie californiane di Owens, con una mostra monografica incentrata proprio sul ciclo Suburbia. Ed è la primissima mostra per uno spazio che apre i battenti il prossimo 30 maggio, in zona Isola. Si chiama Area Lina ed è un progetto espositivo nomade, diretto da Gianmaria Conti: un programma annuale di eventi sui linguaggi del contemporaneo, ospitati di volta in volta in spazi differenti, in Italia e all’estero. Spazi mai tradizionalmente deputati all’arte. L’idea, seguendo un trend ormai diffusissimo, è quella di sfruttare di volta in volta luoghi alternativi, solitamente non adibiti ad attività culturali o addirittura dismessi. In questo caso si tratta di un locale artigianale, non più utilizzato, in zona Stazione Porta Garibaldi. Un’area che è teatro di una grande trasformazione urbanistica e sociale, simile a quella che vide cambiare la Bay Area tra gli anni ’50 e gli ’80. Era allora che nascevano le Levitt Towns, quartieri periferici tutti uguali, regolari, costruiti a tavolino, con case prefabbricate, doppi garage, piccole piscine, prati artificiali e geometrie essenziali. Una nuova urbanizzazione di massa, ispirata al fordismo, di cui Owens documentò con incredibile maestria le forme, i segni e la vita che vi scorreva attraverso.
– Helga Marsala
Bill Owens, Suburbia 1972/2012
a cura di Claudia Zanfi
Opening: Mercoledì 30 Maggio, dalle 19 alle 21
Via Pastrengo 2, 20159 Milano
Orari: fino al 30 Giugno 2012, martedì / venerdì – 15.30 / 19.30
info: [email protected]; +39 392 9892 625; www.arealina.com
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