Testaccio confidential. I nostri indispensabili consigli su come mangiare bene attorno alla fiera Roma Contemporary senza svenarsi. E senza avvelenarsi

Tempo di fiera, in quel del Testaccio. E Artribune, come da tradizione, non propone soltanto la guida delle inaugurazioni e degli appuntamenti artistici da non mancare, ma anche un rapido compendio delle tavole più interessanti da visitare. Per quest’anno abbiamo deciso di rimanere fedelmente in zona. La fiera inizia poco dopo pranzo e finisce ben […]

Tempo di fiera, in quel del Testaccio. E Artribune, come da tradizione, non propone soltanto la guida delle inaugurazioni e degli appuntamenti artistici da non mancare, ma anche un rapido compendio delle tavole più interessanti da visitare. Per quest’anno abbiamo deciso di rimanere fedelmente in zona. La fiera inizia poco dopo pranzo e finisce ben oltre la canonica ora di cena, dunque meglio starsene a Testaccio o tutt’al più valicare il fiume per un affaccio nell’adiacente Porta Portese. E proprio da qui partiamo. Da un nuovissimo garage a silos dalla bizzarra (brutta? brutta!) architettura sulla sommità del quale ha nidificato il ristorante Le Garage (www.legarage.it), cucina semplice ma di qualità superiore alla media della zona dello chef Claudio De Luca. Andarci è un’esperienza tutta singolare perché da qui, se azzeccate il tavolo giusto, si può vedere la fiera dall’alto. Vi pare impossibile eh? Eppure è proprio così…
Torniamo in zona Testaccio per consigliare Molì (www.ristorantemoli.it). Il nome stesso ci fa intuire l’impronta molisana della cucina di questo posticino defilato, di fronte ad una gradevole pista ciclabile, la cui cucina è seguita dallo chef Piero Zanni e sta ottenendo i favori del quartiere e non solo. Siamo a tre passi dalla Fondazione Giuliani tra l’altro, dunque Molì è indicato per chi andrà a fare una scappata a vedersi la mostra di Oscar Tuazon.
Ma santo cielo, siamo a Testaccio a ancora non abbiamo menzionato alcun posto di cucina romana autentica. Beh, non è un caso, perché a Roma occorre fare attenzione e mangiar romano senza fare la fine del turista-pollo è uno sport estremo che richiede molto molto allenamento. A Testaccio, come altrove, la maggioranza degli esercizi è da evitare come la peste, fatti salvi però Felice (www.feliceatestaccio.it) e Flavio al Velavevodetto (www.flavioalvelavevodetto.it), dove la cucina capitolina scala le vette dell’eccellenza. La new entry nel quartiere, per chi non voglia perdersi un rigatone con la pajata come iddio comanda, risponde al nome di Piatto Romano (www.piattoromano.com). Buon pasto e fateci sapere. 

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Redazione

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