Convincere noi e gli altri che a Roma si è sempre fatta e si fa buona arte. Ci prova, al Macro, Re-Generation. Ecco il primo video-blitz
Una mostra ambiziosa e rischiosa, quella che inaugura al Macro Testaccio di Roma. Le curatrici Maria Alicata e Ilaria Gianni, sotto l’occhio vigile del direttore del Macro Bartolomeo Pietromarchi, puntano a tirare le somme della produzione capitolina attuale. Partendo, però, dai riferimenti storici di un manipolo di “giovani” artisti rispondenti al nome di Alighiero […]
Una mostra ambiziosa e rischiosa, quella che inaugura al Macro Testaccio di Roma. Le curatrici Maria Alicata e Ilaria Gianni, sotto l’occhio vigile del direttore del Macro Bartolomeo Pietromarchi, puntano a tirare le somme della produzione capitolina attuale. Partendo, però, dai riferimenti storici di un manipolo di “giovani” artisti rispondenti al nome di Alighiero Boetti, Pino Pascali, Eliseo Mattiacci, Luigi Ontani, Gianfranco Baruchello e così via.
Re-generation, questo il titolo della mostra, occupa i due padiglioni dell’ex mattatoio e, complessivamente, espone una cinquantina di artisti. Ma non c’è dubbio che a far rumore sarà anche chi non c’è, perché nelle mostre che tentano di fare il punto qualcuno, necessariamente, rimane fuori. E se ne ha a male. La produzione romana attuale è molto di altro rispetto a ciò che è stato selezionato a Testaccio, tanto che si potrebbe fare un’altra mostra con altri cinquanta nomi con qualità su per giù simile. Già, la qualità: gli artisti scelti da Alicata e Gianni sono buoni artisti, la mostra è una buona mostra, l’allestimento è un buon allestimento. Ma operazioni come queste assumono senso e significato se diventano storia e se fanno epoca. Se segnano un “prima” e un “dopo”. E se riescono a restituire all’estero il sapore di una città. Sarebbe stato utile, soprattutto per questo ultimo fine, produrre una mostra simile assieme a qualche grande istituzione straniera, dove esportarla immediatamente dopo la tappa romana (l’ICA di Londra? I KunstWerke di Berlino?). Ma il Macro lavora in condizioni di indecenza economica, impossibilitato dal programmare la propria stessa sussistenza, figuriamoci se ci sono margini operativi per pianificare operazioni internazionali.
Re-generation ci dice che a Roma c’è una buona qualità produttiva allo stato attuale. Una cosa che già si sa, ma che comunque si deve imparare a dirsi con convinzione. Ma soprattutto una cosa che si deve saper raccontare fuori da Roma. Ecco qui il primo video-blitz dalla mostra, per intuirne un po’ l’impostazione. Non mancheranno poi, nel corso dei mesi, fino a settembre, screening di film d’artista e un programma di performance.
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