Dal Forte Spagnolo all’ex Mattatoio. Il Museo Nazionale d’Abruzzo rinasce a Roma, grazie a Mibac e Invitalia. Partono i restauri degli spazi romani, ma se si pensasse anche a recuperare quelli dell’Aquila?
Quando la ricostruzione guarda alla cultura. Sono passati tre anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila, ma solo lo scorso 20 giugno si è intravisto un primo, vero barlume di speranza per il Museo Nazionale d’Abruzzo, con la presentazione del progetto di recupero dell’ex Mattatoio, a cura del Mibac e della Direzione Regionale per i […]
Quando la ricostruzione guarda alla cultura. Sono passati tre anni dal terremoto che ha colpito L’Aquila, ma solo lo scorso 20 giugno si è intravisto un primo, vero barlume di speranza per il Museo Nazionale d’Abruzzo, con la presentazione del progetto di recupero dell’ex Mattatoio, a cura del Mibac e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici. Presenti rappresentanti delle istituzioni comunali, provinciali e nazionali. Per il Mibac c’era Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale, mentre assente era Luciano Ornaghi, il quale però s’è premurato di far sapere che “Il nuovo Museo nell’ex Mattattoio, di cui si presenta il progetto di restauro, è un primo tassello per la realizzazione di una rete museale la cui centralità sarà sempre nel Forte Spagnolo, prestigiosa e naturale sede del Museo Nazionale d’Abruzzo. Dopo il sisma del 2009, questo spazio culturale (il Mattatoio, ndr) colmerà un vuoto particolarmente sentito dalla cittadinanza dell’Aquila e arricchirà il tessuto urbano di nuove potenzialità e attrattive”.
Non tutto va bene, ma per il momento si salutano con piacere le idee che saranno realizzate da Invitalia, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, che si occuperà di restaurare lo spazio, allestendovi una “rappresentanza” delle opere prima conservate nel Forte Spagnolo, sede terremotata del Museo. Se però si è felici di veder tornare a disposizione del pubblico meraviglie come il Martirio di San Bartolomeo di Mattia Preti, d’altra parte si spera che l’iniziativa, che rientra nell’ambito del Mumex, il Progetto Poli museali di eccellenza nel Mezzogiorno (promosso dal MIBAC e dal Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione Economica), non abbandoni l’obiettivo di riportare alla luce il Forte Spagnolo come sede museografica e con esso il resto della collezione. Magari destinando l’ex Mattatoio, in un futuro si spera prossimo, ad una “kunsthalle”, una residenza, o un laboratorio per l’arte e la cultura contemporanee.
– Santa Nastro
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