Dieci dita mozzate per il ritorno di Cattelan. È durato un anno e due mesi il ritiro dalle scene del Maurizio nazionale. Che a New York sale sulla High Lane…
“Addio all’arte, basta pupazzi, mi ritiro”. Aveva scelto il primo aprile 2011, Maurizio Cattelan, per annunciare la sua fine come artista. Data strategicamente beffarda, che precedeva di pochi mesi l’opening della mostra più importante della sua carriera, la personale che il Guggenheim di New York gli ha dedicato a cavallo fra il 2011 e il […]
“Addio all’arte, basta pupazzi, mi ritiro”. Aveva scelto il primo aprile 2011, Maurizio Cattelan, per annunciare la sua fine come artista. Data strategicamente beffarda, che precedeva di pochi mesi l’opening della mostra più importante della sua carriera, la personale che il Guggenheim di New York gli ha dedicato a cavallo fra il 2011 e il 2012. Se lavorare è un brutto mestiere, starsene con le mani in mano è ancora peggio, soprattutto per una personalità istrionica e scanzonata come lui, che dopo poco più di un anno da pensionato, fa un rientro in basso profilo firmando una foto-installazione con Pierpaolo Ferrari, suo amico e con lui co-editore della rivista biennale Toilet Paper.
Alta 8 metri e larga 23, proprio Toilet Paper è il titolo dell’opera: dieci dita ingioiellate, curatissime e staccate dalle relative mani. Il cartellone è stato commissionato dall’High Line Art, la passeggiata più famosa di New York diretta da Cecilia Alemani. Troppo stanco per impagliare animali, Maurizio Cattelan per il proprio ritorno da artista ha scelto di ripartire da surrealismi in digitale, per una foto esposta in un luogo amico, l’installazione è infatti a due passi dalla Family Business, galleria che continua a gestire insieme a Massimiliano Gioni.
– Alessandro Berni
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