E fu così che la grande onda delle non-profit romane si sciolse come neve ad agosto. 26cc, 1:1, condottoC, Opera Rebis c’erano e non ci sono più
26cc, lo spazio al civico ventisei di Via Castruccio Castracane, nel quartiere del Pigneto, ha allestito in questi giorni la sua ultima mostra: dopodiché chiuderà i battenti. Dal prossimo autunno 26cc non riaprirà. Ma non è l’unico caso. condottoC ha dovuto mollare, pure lui in un quartiere particolare, il Quadraro; 1:1, però, non era collocato […]
26cc, lo spazio al civico ventisei di Via Castruccio Castracane, nel quartiere del Pigneto, ha allestito in questi giorni la sua ultima mostra: dopodiché chiuderà i battenti. Dal prossimo autunno 26cc non riaprirà. Ma non è l’unico caso. condottoC ha dovuto mollare, pure lui in un quartiere particolare, il Quadraro; 1:1, però, non era collocato in un territorio ‘difficile’: stava nel IX Municipio, zona piccolo borghese tra la Appia e la Tuscolana, su una gradevole piazzetta restaurata. Eppure niente, anche in questo caso il collettivo ha abbandonato la nave e solo per miracolo potrà rivivere, in qualche modo, negli spazi del Macro. E poi c’è Opera Rebis, che ha lavorato su spazi diversi e che quindi non aveva una vera e propria sede da chiudere, altrimenti anche loro avrebbero abbassato la saracinesca.
Le programmazioni erano in tutti i casi di alto profilo. Talvolta di livello internazionale. Dunque, cosa succede? Davvero una realtà come quella romana non può permettersi quattro o cinque non-profit che lavorino e funzionino? Davvero il prezzo degli affitti è qualcosa di così insormontabile? Davvero non ha senso che le istituzioni, in qualche modo, sostengano queste realtà anche non in maniera direttamente finanziaria ma, magari, offrendo spazi e ospitalità?
Peraltro amareggia il fatto che a poco sia valso il punto, di buon profilo e di grande efficacia, fatto nel 2011 dall’iniziativa Reloaded, organizzata dall’artista Gian Maria Tosatti, forse la più interessante operazione culturale con grosso coinvolgimento delle non-profit (a ciascuna era stato dedicato un momento della programmazione) che la capitale ha sperimentato lo scorso anno. Nonostante tutto ciò il panorama un tempo florido delle non-profit a Roma si è liquefatto in pochi mesi. Non rimane che parlarne.
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