Niente più Martedì Critici per Roma? La solita storia: quando una cosa funziona, l’istituzione si adopera per scoraggiarla. Dambruoso: troppe tasse, da soli non ce la si fa
E un altro ciclo, lungo e corposo, si è concluso. Un’altra stagione di appuntamenti con artisti internazionali, tutti italiani d’adozione, chiamati a raccontarsi al pubblico, con tanto di oculata intro da parte dei due critici-curatori, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli. Lunga la lista: Ontani, Kosuth, Canevari, Zorio, Baruchello, Moro, Lim, Jodice, Cingolani, Spagnulo, Riello… E […]
E un altro ciclo, lungo e corposo, si è concluso. Un’altra stagione di appuntamenti con artisti internazionali, tutti italiani d’adozione, chiamati a raccontarsi al pubblico, con tanto di oculata intro da parte dei due critici-curatori, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli. Lunga la lista: Ontani, Kosuth, Canevari, Zorio, Baruchello, Moro, Lim, Jodice, Cingolani, Spagnulo, Riello… E via così, per un totale di 75 nomi. Parliamo, ovviamente, dell’ormai arci-noto format dei Martedì Crritici, partito un po’ in sordina un paio di anni fa, nello studio romano di Dambruoso, e poi cresciuto, mese dopo mese, approdando a location istituzionali, radicandosi con forza nella Capitale e sconfinando verso altre città d’Italia, prima Milano, poi Napoli. Un progetto che Artribune segue da un anno, con news settimanali dedicate agli ospiti e con i puntuali short-video che raccontano il meglio di ogni talk.
Terminata l’ultima tornata, è il momento della pausa estiva, in attesa del restart settembrino. Ma qualcosa cambierà, almeno sulla piazza romana.
Intanto, escono di scena gli Incontri Internazionali d’Arte e CortoArteCircuito, supporter del progetto. E la ragione principale – guarda un po’ – è che le due associazioni non sono più nelle condizioni di sostenere le spese di gestione dell’Auditorium Mecenate, ormai sede simbolo dei Martedì Critici. La colpa? Del Comune e delle nuove gabelle imposte quest’anno. Imposte che, nel 2012, sono arrivate a sfiorare la non indifferente cifra di circa 700 euro a serata (contro i 140 delle scorse stagioni), tra nolo della sala, spese di guardiania e bigliettazione. Non proprio bruscolini, nell’economia di un piccolo progetto culturale che, puntando sul binomio qualità-low cost, non gode certo di budget faraonici.
La soluzione? Cercare insieme all’amministrazione degli escamotage che alleggeriscano le voci di spesa. Nessun appuntamento, però, è ancora andato in porto, nonostante i vari tentativi di raggiungere il sovrintendente Umberto Broccoli e l’assessore alla cultura Dino Gasperini. Da quel che Alberto Dambruoso ci racconta, fu lo stesso Gasperini a impegnarsi, circa un anno fa, per l’abolizione della gabella d’entrata all’Auditorium. “Promesse da politico-marinaio”, a quanto pare. Il biglietto di 3 euro è rimasto e a pagarlo ci hanno pensato, fin qui, gli sponsor, evitando di far sborsare la cifra al pubblico. Soluzione che però, a queste condizioni, rischia di saltare.
Bene andrebbe, invece, altrove: la Provincia di Bari e il Centro Pecci di Milano offrono il loro impegno per sostenere la programmazione autunnale e invernale.
Paradosso: Roma, che fu culla del progetto, sembra restare indifferente, mettendo anzi qualche ostacolo di troppo. Intanto, altri nomi importanti, da Jan Fabre a Gabriele Basilico, apprezzano e aderiscono, candidandosi a rimpolpare la folta schiera di “artisti del martedì”. Secondo scaletta ufficiosa, si dovrebbe ripartire proprio da Roma, il 18 settembre, tornandovi, ad Aprile 2013, per una seconda tranche. Sempre che il Comune una manina la tenda: non si chiedono quattrini – per carità – ma che siano almeno riconosciuti qualità dell’iniziativa e capacità di autogestione/autofinanziamento. Che l’amministrazione non sia stampella, ma nemmeno fardello.
– Helga Marsala
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